Influenza aviaria: scoperta shock in un latte crudo
Allarme in California: il virus dell'influenza aviaria è stato rilevato in un lotto di latte crudo
Il virus dell’influenza aviaria H5N1, noto per colpire sia gli animali che gli esseri umani, è stato individuato in un lotto di latte crudo distribuito in California. Le autorità sanitarie dello Stato hanno confermato il ritrovamento nel latte intero crudo prodotto da Raw Farm, con scadenza 27 novembre. Pur non essendoci malattie segnalate, il caso emerge pochi giorni dopo il primo contagio pediatrico negli Stati Uniti, che ha coinvolto un bambino.
Richiamo e avvertenze per i consumatori
A seguito del ritrovamento, Raw Farm ha avviato un richiamo volontario dei prodotti interessati. Il Dipartimento di Salute pubblica della California ha invitato i consumatori a non bere il latte crudo in questione, consigliando ai rivenditori di rimuovere il prodotto dagli scaffali. “Bere o inalare accidentalmente latte crudo contenente il virus dell’influenza aviaria può causare malattia”, hanno ribadito le autorità sanitarie. La pastorizzazione, invece, garantisce l’eliminazione del virus e di altri patogeni.
Un virus sempre più pericoloso
Il virus H5N1, inizialmente circoscritto agli uccelli, sta destando crescente allarme poiché ha dimostrato la capacità di infettare mammiferi come mucche da latte e gatti domestici. Negli Stati Uniti, quest’anno, almeno 55 casi umani sono stati confermati. La sua diffusione solleva interrogativi su pratiche agricole e modalità di produzione alimentare che potrebbero amplificare il rischio per la salute pubblica.
I rischi del latte crudo
Il latte non pastorizzato, spesso pubblicizzato per i suoi presunti benefici salutistici, comporta significativi rischi. Oltre al virus H5N1, è noto per essere un veicolo di batteri come salmonella, Escherichia coli, Listeria e Campylobacter, tra gli altri. “Gli esperti di sanità pubblica hanno da tempo messo in guardia i consumatori dal consumare latte crudo o prodotti a base di latte crudo a causa degli elevati rischi di malattie trasmesse dagli alimenti”, ha ricordato il Dipartimento californiano.
La crescente popolarità e i suoi promotori
Nonostante i pericoli, il latte crudo sta guadagnando popolarità, alimentato da influencer e personaggi pubblici. L’attrice Gwyneth Paltrow, ad esempio, ha recentemente dichiarato di consumare panna non pastorizzata ogni giorno, promuovendo proprio il marchio coinvolto nel richiamo. Anche Robert F. Kennedy Jr., scelto dal presidente eletto Donald Trump per guidare il Dipartimento della Salute, ha espresso supporto per una maggiore accessibilità a questo prodotto controverso.
Implicazioni per la salute pubblica
La diffusione del virus nel latte crudo pone nuove sfide alle autorità sanitarie e solleva dubbi sull’efficacia delle normative in materia di sicurezza alimentare. Negli Stati Uniti, alcuni Stati hanno già legalizzato la vendita di latte crudo, incrementandone l’accesso anche nei supermercati. Questo scenario richiede un bilanciamento tra le preferenze dei consumatori e la necessità di garantire la salute pubblica.
Perché la pastorizzazione è cruciale
La pastorizzazione è un processo fondamentale che consente di eliminare microrganismi patogeni dai prodotti lattiero-caseari. Oltre al virus H5N1, questa tecnica è efficace contro una vasta gamma di batteri. Ignorare questa pratica, adottata come standard da decenni, espone i consumatori a rischi evitabili e mina la fiducia nella sicurezza alimentare.
Il dibattito sui benefici del latte crudo
Sostenitori del latte non pastorizzato, tra cui molti influencer, ne elogiano i benefici non comprovati per il sistema immunitario e la salute intestinale. Tuttavia, mancano evidenze scientifiche a supporto di tali affermazioni. Le autorità sanitarie continuano a ribadire che i rischi superano di gran lunga i potenziali vantaggi, soprattutto in un contesto di pandemia influenzale aviaria.
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