Variante inglese del coronavirus, Clementi: “Allarmismo ingiustificato”

Massimo Clementi, direttore del Laboratorio di Microbiologia e Virologia dell’ospedale San Raffaele di Milano, ad Adnkronos Salute ha affermato: «Perché la variante inglese del coronavirus Sars-CoV-2 spaventa l’Europa? Vorrei capirlo anche io. C’è un allarmismo non giustificato dai dati. Un conto è rilevare una variante, un conto è dire ha caratteristiche biologiche diverse. Questo non lo possiamo affermare finché non mettiamo il virus su colture cellulari e vediamo che sfugge agli anticorpi. E al momento non c’è nessuna evidenza che ci possa far sospettare questo. Dunque al momento è un allarmismo ingiustificato».

«Noi – ha chiarito l’esperto – abbiamo dei dati relativi alla sequenza nucleotidica del virus che ci dicono che c’è stata mutazione importante sulla proteina S (Spike, n.d.r.) che favorisce una maggiore diffusione del virus, perché questa variante era stata identificata nel settembre di quest’anno nel Kent”, in Gran Bretagna, «e in tempo medio è arrivata a essere il 60-70% del virus che circola nel Regno Unito. Ha dunque un vantaggio sulla diffusione, però questo non vuol dire che la variante sia più patogena. Per dire questo occorrono studi specifici, occorre fare una valutazione prima in vitro e poi su modelli animali e ci vuole tempo per determinare che sia una variante che dà una malattia peggiore».

Sul vaccino, poi, per Clemente non c’è alcuna preoccupazione «perché si è visto che è una mutazione minima che non interferisce con la risposta immunitaria che si ottiene nei confronti della sequenza prodotta col vaccino. Quindi tutte le forme di allarmismo che ho visto da ieri, inclusa la richiesta di lockdown, mi sembrano cervellotiche. Fermiamoci un attimo».

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