Vaiolo delle scimmie, quanto tempo il virus sta nello sperma
Il virus del vaiolo delle scimmie può essere rilevato nello sperma per quasi 20 giorni e, almeno nella fase acuta dell’infezione, è in grado di replicarsi e potenzialmente di infettare.
È questo il risultato che emerge da uno studio condotto da ricercatori dell’Istituto Nazionale Malattie Infettive Lazzaro Spallanzani di Roma pubblicato su Lancet Infectious Diseases.
La ricerca si riferisce a un singolo paziente in cura all’Istituto, un trentanovenne ricoverato dopo 5 giorni dalla comparsa dei sintomi tipici dell’infezione: febbre e lesioni su genitali, testa, torace, gambe, braccia, mano.
Il team dello Spallanzani ha analizzato le tracce del virus in diversi fluidi corporei per 19 giorni scoprendo una forte persistenza dell’agente infettivo nello sperma, dove era rinvenibile, seppure in quantità minime, fino all’ultimo giorno in cui sono state eseguite le analisi. Test eseguiti il sesto giorno dopo la comparsa dei sintomi avevano invece confermato la vitalità del virus e la sua potenziale capacità infettiva in quella fase della malattia.
“A nostro avviso – scrivono i ricercatori – il caso qui discusso supporta che quella durante l’attività sessuale potrebbe essere una via di trasmissione del virus del Vaiolo delle scimmie possibile e riconosciuta, specialmente nell’attuale focolaio della malattia”.
La presenza del virus nei fluidi corporei era già stato dimostrato lo scorso luglio in uno studio spagnolo pubblicato su Eurosurveillance, rivista degli European Centre for Disease Prevention and Control (ECDC).
Dei 12 pazienti studiati in quella circostanza, tutti avevano il DNA del virus nella saliva; in 11 pazienti su 12 il Dna era presente nel tampone rettale, in 10 su 12 in quello naso-faringeo, in 9 su 12 nelle urine, in 8 su 12 nelle feci, in 7 su 9 nello sperma (in 3 non era stato seguito questo esame). Fonte: ANSA.
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