Vaccino di Pfizer e casi di miocardite nei giovani adolescenti
Molti rapporti delle autorità di farmacovigilanza nel mondo hanno notificato una probabile correlazione tra i casi di miocardite negli adolescenti maschi tra i 14 e i 19 anni successivamente alla somministrazione della seconda dose del vaccino Pfizer-Biontech.
Eravamo già consapevoli delle manifestazioni post-vaccinazione come il dolore nel sito d’iniezione, malessere generale, febbre e rari casi di shock anafilattico o eventi tromboemolitici associati soprattutto ai vaccini Astrazeneca e Johnson & Johnson ma di miocardite no, non si era ancora parlato ed il vaccino Pfizer sembrava essere entrato tra le grazie di molti.
Vaccino Pfizer e i casi di miocardite
Come riporta il rapporto Svizzero Swissmedic, la miocardite è una malattia cardiaca infiammatoria causata principalmente da virus. I fattori scatenanti possono però essere anche altri agenti patogeni infettivi, sostanze tossiche, medicamenti o malattie immunomediate.
I sintomi clinici di una miocardite possono essere molto variabili e persino assomigliare a quelli di un infarto miocardico acuto.
Una miocardite dovrebbe essere presa sempre in considerazione nei pazienti che presentano un aumento dei biomarcatori cardiaci come la troponina o alterazioni dell’ECG che sono compatibili con un danno miocardico o che documentano un’aritmia cardiaca finora non nota.
Anche le alterazioni della morfologia e della funzione del ventricolo sinistro riscontrate tramite ecocardiogramma o RM cardiaca (tomografia a risonanza magnetica) possono essere dovute a una miocardite. Le misurazioni della reazione infiammatoria e del suo profilo di distribuzione nel cuore tramite RM cardiaca consentono di diagnosticare una miocardite con elevata sicurezza. In sintesi, la diagnosi clinica di una sospetta miocardite si basa su una combinazione di parametri e risultati clinici.
Il rapporto continua a sottolineare, riportando i rari casi di miocardite post-somministrazione della seconda dose del vaccino Pfizer negli adolescenti tra i 14 e i 19 anni in Svizzera e negli Usa, il basso tasso di notifica generale, la bassa incidenza di fondo della malattia e della complessità clinica dei casi notificati, al momento a livello internazionale non è ritenuto chiaro se sussista effettivamente una relazione causale tra i vaccini a mRNA e queste reazioni.
Tuttavia, i centri regionali di farmacovigilanza dovranno continuare a monitorare la situazione e a notificare gli eventuali casi clinici sospettati.