Unghie rigate: quali sono le cause?
Sono diversi i segnali che il corpo ci manda e che non vanno trascurati. In questo novero, rientrano le unghie rigate. Quali sono le cause che determinano l’appena citato cambiamento al letto ungueale? Scopriamolo assieme nelle prossime righe. Prima di iniziare a leggere questo articolo, ricordati che, in caso di dubbi sulla tua salute, il tuo riferimento deve essere sempre e solo il medico di fiducia.
Unghie con righe verticali: ecco cosa sapere
Quando si parla di unghie rigate, si inquadra quasi sempre il caso dell’insorgenza, sul letto ungueale, di righe verticali di spessore irregolare e diverse tra loro. Possono essere sia piatte, sia in rilievo.
Nel momento in cui ci si accorge di questa situazione, può capitare di vivere momenti di paura. Preoccuparsi è naturale. Non sempre, però, è necessario. Ricordiamo infatti che, in alcuni casi, i letti ungueali rigati possono rappresentare un semplice segnale di fragilità delle unghie stesse.
I motivi per cui possono insorgere le unghie rigate sono diversi e comprendono anche il naturale avanzare dell’età. Da non dimenticare sono anche le cause patologiche, nel cui novero è possibile includere l’anemia, la dermatite, ma anche i problemi di tiroide, in particolare l’ipotiroidismo.
Doveroso è citare che, in alcuni casi, alla base delle unghie rigate può esserci anche la psoriasi.
Fino ad ora non abbiamo citato l’onicofagia, ossia il disturbo compulsivo che vede le persone che lo vivono mangiarsi continuamente le unghie. In alcuni casi, ossia quelli più estremi, chi soffre di onicofagia tende a mangiare anche le pellicine e le cuticole.
Come risolvere il problema delle unghie rigate
Il problema delle unghie rigate si risolve in maniera specifica andando ad agire sulla causa che l’ha provocato. Premettendo il fatto che, in generale, bisognerebbe sottoporsi a costanti controlli relativi alla propria salute e condurre una vita sana ricordiamo che, nel caso in cui il letto ungueale rigato dovesse mantenersi per diverso tempo, è il caso di intervenire e approfondire.
Questo può voler dire, per esempio, sottoporsi a esami del sangue mirati e scoprire di avere il ferro basso nel sangue (anemia).
Diverso è il caso dell’onicofagia. In questo caso, si sa già la causa del problema e si può intervenire in diversi modi. C’è chi ricorre allo smalto dal sapore amaro, così da rendere fastidioso qualsiasi tentativo di mangiare le unghie.
In altri casi, invece, si opta per l’aiuto dello psicologo. Quest’ultimo può mettere in atto una terapia cognitivo comportamentale – approccio oggi molto popolare per via della sua rapidità di efficacia – in modo da sradicare la connessione tra pensiero limitante e atto del mangiarsi le unghie.
In altri frangenti, invece, si può andare a ritroso nel vissuto della persona, in modo da individuare la radice di una sua eventuale fissazione orale che prosegue nonostante l’età non più infantile.
Concludiamo con un doveroso cenno alle situazioni in cui il problema sono le unghie deboli. In questi casi, si può ricorrere all’integrazione mirata. Tra i supplementi più popolari rientrano quelli a base di biotina, ossia la vitamina B8.
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