Papa Francesco e la resistenza agli antibiotici: di cosa si tratta?

La resistenza agli antibiotici, o antibiotico-resistenza, è un fenomeno naturale biologico di adattamento di alcuni microrganismi, che acquisiscono la capacità di sopravvivere o di crescere in presenza di una concentrazione di un agente antibatterico, che è generalmente sufficiente ad inibire o uccidere microrganismi della stessa specie.

“La notte è trascorsa bene, questa mattina Papa Francesco si è alzato e ha fatto colazione”.

Lo comunica la Sala stampa della Santa Sede in merito alle condizioni di salute del Pontefice. Bergoglio inizia oggi la seconda settimana di ricovero al Policlinico Gemelli di Roma per una polmonite bilaterale. Fonti vaticane riferiscono che tra oggi e domani si capirà la reazione del Papa alla nuova terapia decisa dai medici che lo hanno in cura.

Nella comunicazione di ieri sera, era stato reso noto che le condizioni cliniche di papa Francesco, ricoverato al Policlinico Gemelli di Roma dal 14 febbraio, sono in lieve miglioramento, senza febbre, stabili i parametri emodinamici.

Papa Francesco.
Papa Francesco.

Cosa ha detto il virologo Bassetti

“È probabile che l’antibiotico resistenza sia un fattore che complica la gestione della polmonite bilaterale di cui soffre Papa Francesco”. Così il virologo Matteo Bassetti. “Siamo di fronte a una situazione clinica abbastanza importante, perché il Pontefice ha delle bronchiectasie che sono delle malformazioni dell’apparato a livello bronchiale insieme a una brutta bronchite asmatica. Quindi sono due fattori di rischio su cui i batteri vanno a nozze”.

Cos’è la resistenza agli antibiotici

Come viene spiegato sul sito internet del ministero della Salute, la resistenza agli antibiotici, o antibiotico-resistenza, è un fenomeno naturale biologico di adattamento di alcuni microrganismi, che acquisiscono la capacità di sopravvivere o di crescere in presenza di una concentrazione di un agente antibatterico, che è generalmente sufficiente ad inibire o uccidere microrganismi della stessa specie.

Due tipi di resistenza

Si parla di resistenza intrinseca quando è dovuta alla natura del microrganismo stesso, che non è mai stato sensibile a un particolare antimicrobico.

Si parla invece di resistenza acquisita quando il microrganismo, in precedenza sensibile a un particolare antimicrobico, sviluppa in un secondo tempo resistenza nei suoi confronti.

Le cause

Un uso eccessivo e/o non corretto di antibiotici, nel campo umano e veterinario, come anche in agricoltura, favorisce l’insorgenza e la diffusione di ceppi batterici resistenti a questi farmaci. Inoltre, in alcuni Paesi, la mancanza di accesso ad acqua pulita e ai servizi igienico-sanitari e una prevenzione e un controllo inadeguati delle infezioni contribuiscono al fenomeno dell’antibiotico-resistenza.

Gli antibiotici non devono essere usati per prevenire o curare infezioni virali, in quanto inefficaci contro i virus, a meno che non siano presenti anche infezioni batteriche.

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Problema in aumento, i rischi

L’antibiotico-resistenza è in aumento in molti Paesi, rendendo problematica la terapia di molte infezioni, ed è aggravata anche dalla mancanza di nuovi antibiotici in commercio o in fase di sperimentazione, che risultano efficaci nel trattamento di infezioni altrimenti incurabili.

Le infezioni causate da microrganismi resistenti, non rispondendo al trattamento standard, portano ad un prolungamento della malattia, all’insorgenza di possibili complicazioni e ad un maggiore rischio di morte.

Riducendo l’efficacia del trattamento, inoltre, i pazienti rimangono contagiosi per un tempo più lungo, aumentando il rischio di diffondere microrganismi resistenti generando, quindi, possibili focolai epidemici.

Le infezioni da batteri resistenti ai farmaci di prima linea devono essere trattate con terapie spesso più costose.

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