Tumore al seno: come l’Intelligenza Artificiale sta cambiando tutto

Il tumore al seno, prima causa di cancro tra le donne italiane, trova un alleato nell’intelligenza artificiale: diagnosi più rapide e precise al centro del dibattito medico a Roma.

In Italia, una donna su otto affronta nella vita il tumore al seno, la neoplasia più diffusa nel Paese. Ogni anno, i nuovi casi superano quota 53mila, un numero che sottolinea l’urgenza di strategie efficaci.

Oggi, il 73% delle donne si affida alla mammografia per lo screening, un esame fondamentale per individuare la malattia nelle sue fasi iniziali. Tuttavia, i progressi non si fermano qui. L’intelligenza artificiale (IA) entra in campo come alleata preziosa, capace di scovare anche le lesioni più piccole, spesso invisibili all’occhio umano. Questo tema domina il panorama medico nazionale e trova spazio nel convegno “Evoluzione tecnologica e intelligenza artificiale in diagnostica senologica. Stato dell’arte e prospettive future”, che si tiene il 19 marzo 2025 a Roma, presso l’ospedale Isola Tiberina-Gemelli Isola.

L’intelligenza artificiale al servizio della prevenzione

I nuovi software di IA trasformano il modo in cui i medici affrontano il tumore mammario. Ettore Squillaci, direttore dell’Uoc di Diagnostica per immagini dell’ospedale Isola Tiberina-Gemelli Isola, spiega: “I nuovi software sono già una realtà in Italia nei programmi di prevenzione secondaria del tumore mammario. L’intelligenza artificiale può aiutarci a gestire la grande mole di dati che siamo in grado di ottenere con gli strumenti diagnostici di ultima generazione”. Questi strumenti non si limitano alla mammografia. La biopsia liquida, una tecnica innovativa, rileva tracce di Dna tumorale nel sangue e aiuta a identificare precocemente i rischi di recidiva.

Attualmente, tali tecnologie brillano in poche strutture d’eccellenza italiane. Tuttavia, Squillaci prevede un cambiamento: entro tre anni, ogni centro oncologico di riferimento adotterà questi sistemi, grazie alle Reti oncologiche regionali. I software, installabili anche su mammografi esistenti, richiedono investimenti contenuti e promettono risultati straordinari: più donne esaminate, tempi ridotti e diagnosi precise.

Progressi tecnologici e speranze concrete

La lotta al carcinoma mammario registra successi crescenti. “I tassi di sopravvivenza nel carcinoma mammario sono in costante crescita per merito soprattutto dei miglioramenti terapeutici e dei programmi di prevenzione secondaria”, afferma Squillaci. Oltre il 70% delle pazienti supera la malattia, un dato incoraggiante che si lega ai progressi diagnostici. Le apparecchiature di mammografia e risonanza magnetica, potenziate dall’IA e da nuovi mezzi di contrasto, individuano tumori di dimensioni minime.

Questa capacità di diagnosi precoce cambia le prospettive. Un tumore al seno scoperto tempestivamente diventa una malattia curabile, lontana dall’essere una sentenza definitiva. La prevenzione secondaria assume così un ruolo cruciale, trasformando la tecnologia in un’arma concreta contro la paura.

Il nodo della partecipazione allo screening

Nonostante i passi avanti, un ostacolo persiste. “I vantaggi resi possibili dalla tecnologia corrono però il rischio di essere resi vani se non aumentiamo il numero di donne che si sottopongono regolarmente a mammografia”, avverte Squillaci. In Italia, una donna su quattro tra i 50 e i 69 anni salta questo esame, sia per scelta sia per mancanza di accesso ai programmi regionali di screening.

Il dato preoccupa gli esperti. La diagnosi precoce moltiplica le possibilità di guarigione, eppure troppe donne restano escluse da questo percorso salvavita. Durante il convegno di Roma, associazioni di pazienti e rappresentanti istituzionali discutono soluzioni per invertire la tendenza, puntando su campagne di sensibilizzazione e accesso capillare agli esami.

Un invito alla prevenzione

Il messaggio degli specialisti risuona chiaro. “Come specialisti medici rinnoviamo il nostro invito a tutte le donne residenti nel nostro Paese a fare prevenzione senologica”, conclude Squillaci. La tecnologia offre strumenti senza precedenti, ma il primo passo spetta alle pazienti. Con l’integrazione dell’IA nei protocolli diagnostici, l’Italia si prepara a un futuro in cui il tumore al seno non incute più terrore, ma richiede comunque un impegno collettivo per la salute femminile.

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