Tumore al polmone: le cure che allungheranno la vita
È la conclusione di uno studio effettuato su oltre 600 pazienti.
Importanti novità nella lotta ad uno dei tumori più diffusi, quello al polmone del tipo metastatico non a piccole cellule (NSCLC). Uno studio presentato al congresso annuale dell’American Association for Cancer Research (AACR) e pubblicato dal ‘New England Journal of Medicine’ ha mostrato come la combinazione di chemioterapia e immunoterapia renda molto più efficace la lotta contro questo tipo di tumore.
Lo studio ha evidenziato che l’uso combinato del farmaco immunoterapico pembrolizumab e della chemioterapia a base di platino riduce del 51% il rischio di morte rispetto al solo trattamento chemioterapico.
Il risultato straordinario è frutto di una sperimentazione che ha coinvolto ben 616 pazienti: 405 trattati con la combinazione pembrolizumab-chemioterapia e 202 con chemio e placebo. Dopo 10 mesi sono stati già ben evidenti i miglioramenti del primo gruppo.
“Da un lato – ha spiegato Marina Garassino, responsabile della Struttura semplice di oncologia medica toraco-polmonare presso la Fondazione Irccs Istituto nazionale dei tumori di Milano – la chemioterapia riduce l’attività immunosopressiva messa in atto dal tumore, dall’altro dà luogo alla cosiddetta morte immunologica: le cellule tumorali, morendo, rilasciano molecole che attivano il sistema immunitario. In questo modo si aumentano le possibilità che i linfociti T riconoscano e attacchino il cancro. Allo stesso tempo l’immunoterapia, con il pembrolizumab, potenzia la risposta immunitaria dell’individuo contro il tumore attraverso i linfociti T”.
Tuttavia c’è il rovescio della medaglia, ovvero gli effetti collaterali: nausea, anemia e senso di stanchezza, nonché reazioni avverse alla combinazione e danni renali.