Trattamento contro l’ipertensione rallenta l’Alzheimer, la scoperta di uno studio

I ricercatori del Centro Medico dell’Università di Radboud (Paesi Bassi) hanno condotto uno studio su 58 pazienti con il morbo di Alzheimer, in fase lieve o moderata, e hanno scoperto un trattamento contro l’ipertensione che potrebbe rallentare lo sviluppo di questa malattia.

Una scoperta che potrebbe essere combinata con un trattamento in grado di curare la demenza e l’Alzheimer (che colpisce più di 7 milioni di persone ogni anno).

Un primo passo verso un rimedio a lungo termine?

Come spiegato su Siecledigital.fr, lo studio, che è stato condotto nell’arco di sei mesi, ha raggruppato 58 pazienti. Alcuni di loro hanno assunto la nisoldipina, un principio attivo della famiglia delle diidropiridine di indicazione specifica contro l’ipertensione, mentre gli altri hano ricevuto un trattamento con un placebo.

Lo studio è stato condotto in modalità ‘doppio cieco’, ovvero né i pazienti né i medici hanno saputo chi ha assunto la nisoldipina e chi no. Nel lungo periodo, gli scienziati hanno osservato il cervello di ciascun partecipante eseguendo la risonanza magnetica. I risultati hanno indicato che la nisoldipina aveva ridotto la pressione sanguigna e l’aumento del flusso sanguigno cerebrale del 20% nell’ippocampo, area del cervello associata con la memoria e l’apprendimento, mentre il flusso in altre aree è rimasto stabile.

I ricercatori hanno pubblicato sulla rivista Hypertension che i “cambiamenti vascolari cerebrali, compresa la riduzione del flusso ematico cerebrale, si verificano nelle prime fasi dello sviluppo del morbo di Alzheimer e possono accelerare la progressione della malattia. I risultati non indicano soltanto un’autoregolazione cerebrale conservata della malattia di Alzheimer ma anche gli effetti cerebrovascolari benefici del trattamento antipertensivo“.

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