La temperatura del volto ci dice come valutiamo gli altri
La temperatura del volto segnala come cadiamo in errore nel valutare gli altri.
È la scoperta di un’equipe di ricercatori dell’università Sapienza di Roma e della Fondazione Santa Lucia, che attraverso la misurazione della temperatura facciale, ha studiato come, a seconda degli stimoli emozionali che riceviamo, siamo indotti a includere o escludere gli altri dalla nostra sfera sociale.
Il principio su cui si basa lo studio, coordinato da Salvatore Maria Aglioti, del dipartimento di Neuroscienze sociale della Sapienza, è che la temperatura della pelle è influenzata dal cambiamento dei muscoli e della microcircolazione, che è controllata dal sistema nervoso vegetativo (detto anche autonomico) la cui attività è largamente indipendente dalla volontà. La ricerca è pubblicata sui Proceedings of the Royal Society B: Biological Sciences‘.
Per dimostrare l’associazione tra i cambiamenti di temperatura facciale e il modo in cui percepiamo chi ci sta attorno, i ricercatori hanno presentato ai partecipanti stimoli affettivi di cui erano più o meno consapevoli, detti stimoli supraliminali e subliminali.
Hanno poi rilevato la reazione fisiologica provocata, attraverso una termocamera, un dispositivo in grado di misurare con altissima sensibilità l’emissione di calore del corpo.
Ebbene, è stata evidenziata una tendenza a categorizzare e percepire i volti estranei come più vicini alla nostra cerchia sociale in presenza di stimoli positivi e a considerarli come più lontani – se non addirittura a escluderli – in seguito a stimoli negativi.
La categorizzazione sociale è il processo con cui codifichiamo le altre persone come ‘ingroup versus outgroup’ sulla base di diverse dimensioni (etnia, religione, ideologia). È un meccanismo cognitivo volontario fortemente influenzato dalle emozioni, spiegano gli esperti.
“I risultati di questo studio – afferma Maria Serena Panasiti, ricercatrice al Dipartimento di psicologia della Sapienza – sono rilevanti per la comprensione delle dinamiche intergruppo e degli indici fisiologici ad esse associati: le emozioni, la maggiore o minore consapevolezza percettiva degli stimoli e l’attivazione del sistema nervoso vegetativo influenzano largamente la tendenza a categorizzare gli altri come noi vs loro’‘.
La ricerca è stata supportata dal grant Prin (Progetti di ricerca di rilevante interesse nazionale) e da fondi europei.