Tatuaggi e risonanza magnetica, uno studio: “Si rischiano ustioni, anche gravi”
Un nuovo colpo basso da parte della medicina potrebbe arrivare nei confronti dei tatuaggi. Vi è un rischio, seppur dichiarato ‘molto basso’, per i tatuati che si sottopongono ad una scansione di risonanza magnetica.
Sarebbe stata dimostrata la possibilità che il macchinario utilizzato per la RMI potrebbe scaldare e persino bruciare la pelle se il tatuaggio è stato fatto con inchiostri che conducono elettricità, secondo uno studio sistematico che sarebbe il primo condotto nel suo genere.
Se la pelle è stata trattata con inchiostro ferroso, il resto del corpo potrebbe giacere tranquillamente mentre il tatuaggio verrebbe attirato verso il magnete, secondo l’autorevole Max Planck Institute delle scienze cognitive e cerebrali umane di Lipsia in un documento pubblicato sul New England Journal of Medicine. Sorprendentemente, considerando quante persone hanno tatuaggi e quante sono state sottoposte a scansione MRI, il documento è stato il primo studio prospettico sistematico sulla valutazione del rischio da tattoo e risonanza magnetica.
La ricerca non è iniziata perché qualche tatuato ha preso fuoco. Innumerevoli persone con i tatuaggi sono state sottoposte a scansioni MRI e sono sopravvissute senza notare alcun problema. Ma non tutti: sono stati segnalati alcuni casi di gravi ustioni. In una clinica, i medici hanno cominciato a nutrire preoccupazioni mentre i tatuaggi diventavano “di massa“. Al Wellcome Center for Human Neuroimaging di Londra, i volontari per gli studi medici avevano sempre più tatuaggi. Il professor Nikolaus Weiskopf, che lavorava lì quando lo studio è iniziato nel 2011 e da allora si è trasferito al Max Planck, si preoccupava di quanto fossero sicuri nel macchinario della risonanza magnetica. Si erano raccontate storie, ma nessun dato su come interagiscono gli scanner magnetici e la pelle tatuata.
“Possiamo condurre i nostri studi con soggetti tatuati senza esitazione?“, si chiese. La dottoressa Martina Callaghan, un fisico che ha raccolto lo studio quando Weiskopf se n’è andato, rassicura dopo otto anni di lavoro che i rischi sono “molto piccoli“. Ma esistono e meritano di essere scoperti. Si tratta dell’effetto collaterale dell’attrazione ad essere considerato principalmente inquietante. Le ustioni sono un’altra questione. Alcuni pigmenti utilizzati nella realizzazione dei tatuaggi sono conduttivi.
Normalmente, il campo ad alta frequenza della risonanza magnetica si estende ampiamente sulla pelle ma un tatuaggio conduttivo assorbirà gran parte dell’energia. “Può succedere che il tatuaggio si riscaldi. Nel peggiore dei casi, questo può portare a ustioni“, ha spiegato il dottor Weiskopf. La maggior parte delle 330 persone testate per l’interazione “tatuaggi – MRI” non ha avuto effetti collaterali, e il peggiore notato è stato un “formicolio spiacevole” ma i medici hanno creato dei limiti. Nessun tatuaggio singolo potrebbe superare i 20 centimetri (quasi 8 pollici) nell’area; e non più del 5% del corpo potrebbe essere coperto da tatuaggi. Se una persona ha molti tatuaggi, un’area coperta come una “manica” o un’ampia parte del busto, e così via, potrebbe essere tutta un’altra storia.
Insomma, anche se lo studio è parziale, per Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” è ancora una volta oltremodo evidente che chiunque si sottoponga alla tatuazione della pelle deve sapere che le conseguenze non sono sempre iacevoli e quelle positive si fermano, purtroppo, soprattutto e soltanto al lato estetico.