Cancro al polmone: la genetica protegge i fumatori?

La genetica influenza la risposta immunitaria contro il cancro al polmone nei fumatori. Una nuova ricerca apre nuove prospettive per la prevenzione e la cura.

Il tabacco rappresenta il principale fattore di rischio per il cancro al polmone, essendo responsabile dell’80-90% dei casi. Tuttavia, non tutti i fumatori sviluppano la malattia. Mentre alcuni sono risparmiati dal caso, altri lo sono grazie a fattori genetici che riducono il rischio. Un recente studio pubblicato sulla rivista Science ha evidenziato il ruolo di un gruppo di geni legato al sistema immunitario nella protezione contro il cancro al polmone nei fumatori.

Il ruolo del sistema immunitario nella lotta al cancro

Il sistema immunitario svolge un ruolo cruciale nella difesa dell’organismo non solo contro le infezioni, ma anche contro il cancro. Le cellule che diventano cancerose, infatti, possono essere riconosciute ed eliminate dal sistema immunitario prima che diventino una minaccia.

Antigeni e proteine HLA: le chiavi del riconoscimento

Le cellule tumorali presentano sulla loro superficie delle molecole, chiamate antigeni, che le distinguono dalle cellule sane. Il sistema immunitario riconosce questi antigeni come estranei e attiva una risposta per eliminarli. Le cellule immunitarie specializzate presentano gli antigeni ai linfociti T, che a loro volta rafforzano la risposta antitumorale.

Gli antigeni non vengono presentati “nudi” ai linfociti T, ma legati a specifiche proteine chiamate proteine del complesso maggiore di istocompatibilità (HLA). È proprio attraverso queste proteine che il patrimonio genetico influenza l’immunità anti-cancro.

Lo studio: l’impatto delle varianti genetiche

I ricercatori hanno analizzato due biobanche, una nel Regno Unito e una in Finlandia, confrontando i profili genetici di individui con e senza cancro al polmone. L’attenzione si è concentrata sulle sequenze dei geni che codificano per le proteine HLA-II, coinvolte nella presentazione degli antigeni ai linfociti T.

Varianti genetiche e protezione dal cancro al polmone

Lo studio ha evidenziato che gli individui con due copie diverse (eterozigoti) di alcuni geni HLA-II avevano un rischio minore di sviluppare il cancro al polmone rispetto a quelli con due copie identiche (omozigoti). Questo effetto protettivo è stato osservato solo nei fumatori, suggerendo che le varianti genetiche influenzano specificamente l’immunità contro i tumori causati dal tabacco.

Maggiore diversità, migliore risposta immunitaria

La presenza di due copie diverse dei geni HLA-II determina una maggiore diversità di proteine HLA sulla superficie delle cellule immunitarie. Questa diversità aumenta la capacità di presentare gli antigeni tumorali ai linfociti T, migliorando la risposta immunitaria.

Quantificare l’effetto protettivo

Secondo i primi dati, un individuo eterozigote per un determinato locus (posizione specifica su un gene) di un gene HLA-II ha un rischio di cancro al polmone ridotto di circa il 30% rispetto a un individuo omozigote. È probabile che l’eterozigosi su più loci sia associata a una riduzione del rischio ancora maggiore.

Prevenzione e nuove prospettive terapeutiche

Nonostante l’importanza della genetica, l’OMS sottolinea che l’astensione dal fumo rimane il modo migliore per prevenire il cancro al polmone. Tuttavia, questa scoperta apre nuove prospettive per la prevenzione e la cura. La comprensione del legame tra genetica, sistema immunitario e cancro al polmone potrebbe portare allo sviluppo di strategie di screening personalizzate e di nuove immunoterapie più efficaci.

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