Sindrome post coronavirus, i sintomi che non passano dopo l’infezione
La seconda ondata di Covid-19? Forse è quella che attraversano già molti ex-pazienti che sono stati infettati dal Coronavirus SARS-CoV-2. “Non c’è dubbio che esista un numero considerevole di persone che, superata questa infezione, presentano una sindrome che per molti aspetti li rende inabili per settimane dopo il recupero”, afferma il Dr. Anthony Fauci – immunologo statunitense -, facendo riferimento alla ‘Sindrome da fatica cronica‘ post Covid-19.
Sindrome da stanchezza cronica post Covid-19
Il ritorno alla normalità per chi è stato infettato dal Coronavirus SARS-CoV-2 è diventato faticoso al punto tale da influenzare la vita sociale e lavorativa.
Studi emergenti hanno evidenziato come tanti pazienti, negativi e dimessi, si ritrovano ad accusare una serie di sintomi persistenti post Covid-19: essere guariti senza esserlo davvero.
La Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma ha istituito un servizio ambulatoriale per monitorare gli ex pazienti infetti, dimessi e oramai negativi. Le osservazioni emerse sono state pubblicate sulla rivista medica Jama.
Lo studio firmato dal Dottor Angelo Carfi è reso noto in una lettera che spiega: dal 21 aprile al 21 maggio 2020 sono stati valutati 143 pazienti di cui il 41,1% ha evidenziato un peggioramento della qualità di vita, il 53,1% di essi ha riportato ancora stanchezza, 43,4% dispnea, 27,3% dolori articolari e 21,7% toracici. Questi sintomi erano già stati evidenziati in uno studio riportato sul New Scientist nei pazienti sopravvissuti alla Sars del 2003.
I dati sono stati raccolti somministrando un questionario standardizzato in cui i pazienti potevano raccontare retrospettivamente la presenza o assenza dei sintomi durante la fase acuta di Covid-19 e se questi persistessero ancora.
Un altro report è stato pubblicato dal Center of Disease Control and Prevention (CDC) a fine luglio confermando la presenza dei sintomi emersi e disturbi nel lungo tempo.
Un’ipotesi: Sindrome post Covid-19 e/o Disturbo post-traumatico da stress?
Essere colti all’improvviso da un’infezione di cui non si conosceva neanche l’esistenza può essere traumatico soprattutto quando la malattia viene vissuta all’interno di un ambiente ospedaliero, in isolamento e – nel peggiore dei casi – in terapia intensiva.
Tubi, ossigeno e apparecchiature mediche sono quelle che gli occhi dei coinvolgi si sono trovati a guardare: uno sguardo fisso verso la paura della morte, propria o della persona vicina. Sì, perché sentirsi in bilico e sospesi tra la vita e la morte vuol dire confrontarsi con eventi esterni incontrollabili che minacciano l’esistenza. L’impotenza immobilizza.
Cosa può accadere dopo? I ricordi si fanno intrusivi, spiacevoli e ricorrenti che riguardano:
- Immagini, pensieri o percezioni, incubi e sogni sgradevoli.
- Agire o sentire come se l’evento si stesse ripresentando.
- Reattività fisiologica intensa verso fattori interni o esterni che simboleggiano o assomigliano all’evento vissuto e disagio psicologico.
- Evitamento persistente degli stimoli associati con il trauma e attenuazione della reattività generale.
- Difficoltà ad addormentarsi o a mantenere il sonno.
- Irritabilità e scoppi di collera.
- Difficoltà a concentrarsi.
- Ipervigilanza ed esagerate risposte di allarme.
- Attacchi di panico, ansie, fobie.
In ultimo, nel lungo tempo potrebbero svilupparsi anche sintomi fisici quali cefalee, dolori al collo e alla schiena, depressione, stanchezza cronica: siamo di fronte al Disturbo post traumatico da stress.
Continuiamo a parlare di “sindromi”, un complesso di sintomi che possono essere causate da diverse ragioni.
La Sindrome da stanchezza cronica, dall’inglese Chronic Fatigue Syndrome, ad oggi citata da recenti studi come Encefalomielite Mialgica (ME), è un disturbo contraddistinto dalla fatica cronica persistente per almeno 6 mesi ed una serie di sintomi:
- Dolori muscolari.
- Sonno non ristoratore.
- Faringite, dolori delle ghiandole linfonodali cervicali e ascellari.
- Febbre.
- Debolezza in seguito ad esercizio fisico.
- Cefalee.
- Problemi nella concentrazione o memoria.
Tra le cause, i problemi di natura psicologica: molte persone hanno attraversato in passato periodi di forte stress o un trauma emotivo.
Saranno gli studi condotti nel tempo su più ampi campioni, e una diagnosi differenziale svolta dagli esperti, a dare risposte adeguate e attendibili.
Sicuramente la ricerca scientifica è dalla parte della salute dei pazienti sopravvissuti.