Sei intollerante al lattosio? Scoprilo in 4 passi
Capire di essere intollerante al lattosio può essere un percorso di consapevolezza tutt’altro che facile. Sono tanti i cibi a tavola che possono dare intolleranza alimentare arrecando disturbi indesiderati.
Se non ami molto il latte e i latticini rinunciarci non ti apporterà un cambio d’abitudine alimentare sostanziale, i più golosi invece dovranno attenersi ad una dieta attenta e rigida. Ad ogni modo, non resta che smascherare questo disturbo.
Intolleranza al lattosio: i 4 passi da compiere
La difficoltà a digerire il lattosio è molto comune così come sono comuni diversi alimenti che possono dare intolleranze alimentari: i più conosciuti sono quelli al glutine, al lattosio per il 40% della popolazione e al nichel.
Per discernere tra un tipo di intolleranza e l’altra spesso bisogna approcciarsi ad una dieta “ad esclusione” (o eliminazione) e comprendere come l’organismo risponde durante l’ingestione di alcuni alimenti: i primi segnali arrivano dal corpo.
Quando si fa riferimento alle intolleranze alimentari si parla di reazioni avverse “non tossiche” e la sintomatologia è piuttosto variabile:
- Dolori addominali.
- Diarrea.
- Vomito.
- Perdita di sangue con le feci.
Come affermato sul sito dell’EpiCentro – il portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica -, raramente vengono coinvolti altri organi a differenza delle allergie alimentari che scatenano meccanismi immunologici.
Il primo passo, in caso di sospetto, per giungere ad una diagnosi d’intolleranza alimentare bisogna escludere qualsiasi allergia tramite le prove allergiche (test percutanei o intracutanei e gli esami del sangue).
Il secondo passo consiste nel considerare tutti i sintomi del proprio organismo: il corpo è il primo esperto a parlare e a dare delle informazioni importanti se solo viene ascoltato prontamente.
Se i sintomi descritti compaiono dopo mezz’ora o qualche ora e perdurano per giorni allora è il caso di continuare a fare la “prova ad esclusione”.
Hai trovato l’alimento? È il latte? Potrebbe essere indicato di eliminarlo per 2-3 settimane e dopo riassumerlo per altre 2-3 settimane.
Se durante il tempo di “pausa” i sintomi non si sono presentati allora la soluzione al problema è vicina.
A rientrare nel terzo passo da compiere è fare una verifica adeguata ancora sotto controllo allergologico: sottoporsi all’H2-Breath test (viene eseguito sull’aria espirata) e al test genetico (viene prelevato un campione di mucosa dalla bocca).
Il quarto passo consiste nel restare informato su tutti quegli alimenti che dovresti escludere dalla tua dieta quotidiana (prosciutto cotto, il latte, il prosciutto crudo, latte di mandorla e di soia, latte di riso, i formaggi freschi e stagionati, le brioches, il pane e la pasta, etc) e correggere le tue abitudini alimentari.