Scoperto un nuovo organo nel cranio umano
Il corpo umano, si sa, è molto complesso: è composto, infatti, da più di 200 ossa, da diverse decine a diversi milioni di organi – a seconda di come li definiamo – e 200 tipi di cellule. Non c’è da meravigliarsi, quindi, se una o due strutture possano essere sfuggite all’attenzione dei ricercatori.
Ne è prova quanto scoperto da un gruppo di medici: un paio di ghiandole all’interno del cranio mentre esaminava un campione di 100 pazienti con il cancro alla prostata.
Grazie alla scansione PET PSMA – utilizzata per la rilevazione e il monitoraggio del cancro alla prostata – e l’iniezione di un tracciante radioattivo, i ricercatori sono in grado di identificare i tumori nel corpo. Tuttavia, in questo caso specifico, è stato portato alla luce un nuovo elemeento.
Un paio di ghiandole salivari, situate nella parte posteriore della rinofaringe (la porzione del tratto respiratorio che parte dal naso e conduce all’orofaringe proveniente dalla bocca) sono state ‘illuminate’ in parallelo con le altre tre già note agli anatomisti.
«I soggetti hanno tre serie di grandi ghiandole salivari… ma normalmente non sono presenti», ha affermato l’oncologo radioterapista Wouter Vogel del Dutch Cancer Institute. Per quanto ne sappiamo, le uniche ghiandole salivari o membrane mucose nella rinofaringe sono microscopicamente piccole e fino a 1.000 di esse sono distribuite uniformemente sulla mucosa. Quindi immaginate la nostra sorpresa quando abbiamo scoperto queste ghiandole».
Queste nuove ghiandole, situate a livello del torus tubarius, erano chiamate ghiandole tubariche. Difficili da osservare, il loro rilevamento è stato possibile solo grazie agli ultimi progressi nella scansione PET – PSMA.
Dopo la loro scoperta in tutti i soggetti esaminati, i ricercatori hanno confermato la presenza di queste ghiandole su due cadaveri, un uomo e una donna. «A nostra conoscenza, questa struttura non corrisponde a nessuna delle precedenti descrizioni anatomiche», hanno precisato i ricercatori nel loro studio, pubblicato sulla rivista Radiotherapy and Oncology.
Se confermata, questa scoperta potrebbe essere cruciale soprattutto nella calibrazione delle sedute di radioterapia, essendo le ghiandole salivari particolarmente fragili.