Scoperto il giorno in cui avvengono più infarti fatali
Un nuovo studio condotto da medici irlandesi ha rivelato che gli infarti gravi e fatali sono più comuni il lunedì, con un rischio aumentato del 13% rispetto al normale. La ricerca, presentata dalla British Cardiovascular Society (BCS), ha analizzato i dati di 10.528 pazienti ricoverati in ospedale con infarto del miocardio con sopra-slivellamento del segmento ST (STEMI), il tipo più grave di infarto.
Fattori di rischio e ritmo circadiano legati agli infarti del lunedì
Secondo il professor Giovanni Esposito, esperto di cardiologia, il picco di infarti STEMI all’inizio della settimana lavorativa può essere attribuito a tre importanti fattori di rischio strettamente legati al ritmo circadiano. La carenza di sonno, gli orari “sballati” e lo stress di inizio settimana possono aumentare il rischio di infarto nei soggetti vulnerabili. Il lunedì rappresenta una sorta di “jetlag sociale” che influisce sui ritmi biologici, inclusi quelli del cuore.
Stili di vita del fine settimana e loro impatto sulla salute cardiovascolare
Lo stile di vita spesso diverso del fine settimana, che coinvolge anche i non giovani, può contribuire all’aumento della pressione sanguigna, dei livelli di zuccheri e lipidi nel sangue, aumentando il rischio di infarto. Gli esperti consigliano di adottare buone abitudini alimentari, praticare attività fisica regolare e assumere correttamente le terapie prescritte agli orari appropriati per ridurre questo rischio.
Importanza della ricerca continua per comprendere e prevenire gli infarti del lunedì
Dato l’aumento degli accessi ospedalieri per infarti potenzialmente letali il lunedì, è fondamentale che la ricerca continui a indagare su come e perché si verifica questo fenomeno. Comprendere meglio i fattori di rischio specifici dei giorni della settimana potrebbe consentire ai medici di implementare strategie e approcci di intervento mirati, salvando così più vite in futuro. La ricerca è cruciale per la prevenzione e la gestione delle malattie cardiovascolari.
Leggi anche: Come capire se si ha un ictus in corso?