Rasi: “In autunno ci saranno morti tra i giovani, evitabili con il vaccino”
Per i prossimi mesi dobbiamo aspettarci «il risultato delle follie di quest’estate, dai non vaccinati ai rave giovanili. A settembre sfioreremo i 20mila casi con un’età media sempre più bassa».
È la previsione di Guido Rasi, professore ordinario di Microbiologia all’Università di Roma Tor Vergata e consulente del commissario straordinario all’emergenza coronavirus, che in un’intervista alla ‘Stampa’ ha piegato come purtroppo avremo «dei morti giovani e tutti evitabili col vaccino. Per i ragazzi, come per gli over 50, va intensificata la persuasione da parte dei medici di base», ha detto l’ex direttore esecutivo dell’Agenzia europea del farmaco Ema.
Anche i vaccinati possono contagiarsi, ha continuato Rasi, «anche se non sviluppano la malattia. In autunno saranno di più e non dovranno andare in giro per cui serviranno tamponi a casa, certificazioni di guarigione e smart working. È il mondo post-vaccino e va organizzato. Bisogna pensare alla ripartenza, ai trasporti, al Green Pass a scuola e al lavoro, magari valido solo dopo la seconda dose».
Per ora «non è detto» che sarà necessaria una terza dose del vaccino anti-Covid. «Presto arriveranno i primi dati di studio e ne sapremo di più», ha aggiunto Rasi.
Intanto Israele, Stati Uniti e Francia partono con la terza dose… «Lo fanno senza dati, ma se il dibattito diventasse troppo complesso sarebbe giusto prendersi qualche responsabilità secondo l’esperienza del passato e la migliore evidenza scientifica».
In Italia, intanto «la macchina commissariale sta lavorando sulla logistica» per essere pronta per partire «entro fine anno per alcune categorie». «Non credo ci si rivaccinerà tutti, ma personale sanitario e fragili sì. Poi si valuterà la discesa per età. Diciamo che se i dati confermassero l’utilità della terza dose tra il nono e il dodicesimo mese dalla seconda bisognerebbe pensare di farla», ha sottolineato.
Ed una nuova variante potrebbe complicare lo scenario: «La Delta al momento viene contenuta, anche se secondo dati preliminari l’immunità durerebbe un po’ meno e con qualche differenza tra i vaccini: AstraZeneca proteggerebbe meno, ma durerebbe di più. Moderna proteggerebbe di più e più a lungo. Pfizer starebbe in mezzo».
La terza dose si farebbe con lo stesso vaccino? «È una delle domande in sospeso, ma sarebbe meglio cambiare vaccino per allenare il sistema immunitario». E chi ha fatto il monodose JohnsoneJohnson? «Farebbe una seconda dose eterologa».
Sarebbe utile il test anticorpale per valutare se si ha bisogno della terza dose? «Molto, ma non si sa quale sia il livello anticorpale sopra cui ci si possa classificare immuni. O si scopre entro breve o si potrebbe decidere un valore di riferimento arbitrario, ma ragionato».
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