Quando non vanno presi gli antibiotici? I rischi per la salute
Una categoria di farmaci molto utilizzati sia in ambito domestico che ospedaliero. Se adoperati quando strettamente necessario apportano molti benefici, un loro abuso può causare però delle gravi ripercussioni nel tempo rendendo il corpo resistente.
Antibiotici, abuso e antibiotico-resistenza
Gli antibiotici sono delle sostanze che “combattono i nemici del corpo” (dal greco) ovvero i batteri, “impedendone la crescita o la sopravvivenza. Sono usati nella terapia di molte malattie infettive, più raramente in quella di certe affezioni tumorali.” (Treccani).
Differenti sono le famiglie che, seppur simili tra loro, rappresentano gli antibiotici, come: penicilline, cefalosporine, etc. Devono essere tutti prescritti scrupolosamente dal medico.
Non bisogna però demonizzare i batteri perché non tutti sono ‘cattivi’, esistono i commensali che risiedono in un determinato tessuto o organo apportando benefici come quelli che costituiscono la flora intestinale.
Altri invece vengono definiti patogeni e sono coloro che apportano infezioni.
Quello dell’uso spropositato di questi farmaci è una vera emergenza sanitaria a livello mondiale e questo ha portato la nascita di ceppi di batteri resistenti al trattamento.
L’antibiotico-resistenza è stata definita dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità): “resistenza di batteri ad uno specifico antibiotico che originalmente era efficace per il trattamento di infezioni causate dagli stessi”.
Difatti, al minimo accenno di malessere per ‘prevenzione’ è solito aprire l’armadietto dei medicinali e assumere l’antibiotico oppure contattare il medico di base per una prescrizione anche se già una confezione l’avevi: vuoi continuare ad accumulare scatole e tenerle in caso di necessità.
Come riportato sul sito Epicentro, il consumo di antibiotici in Italia è superiore alla media europea, più elevato al Sud e nelle Isole e inferiore al Nord soprattutto nei mesi freddi, durante le sindromi da picchi influenzali.
Quando non è necesario assumerli?
- Per curare raffreddore o l’influenza (sono causati da virus).
- Per alleviare il mal di gola o il mal di denti (utilizzarli solo se necessario e sotto indicazione medica).
- Essere pazienti e attendere che la malattia passi da sé, quindi aspettare 2-3 giorni e monitorare la situazione. Nel frattempo sarà il medico ad indicare delle alternative.
- Se compaiono effetti indesiderati (nausea, vomito e diarrea).
- Se provoca reazioni allergiche o se c’è un’ipersensibilità al principio attivo.
- Quando si è sottoposti ad altri trattamenti farmacologici, potrebbero manifestarsi delle interazioni tra i farmaci stessi (chiedere al medico di fiducia).
Ci sono delle classi di antibiotici che possono indurre un’alta tossicità e degli effetti spiacevoli, come la classe delle tetracicline che induce fotosensibilità oppure gli antibiotici amminoglicosidici che possono avere un effetto nocivo e condurre fino alla perdita funzionale dell’orecchio nei casi più gravi.