Quali sono i 6 virus pericolosi creati in laboratorio?
- Sono sei i virus creati in laboratorio dai ricercatori al fine di studiarli e prevenirli.
- Tra l’elenco non compare il SARS-CoV-2, non c’è nessuna prova che attesti che sia fuggito da un laboratorio di Wuhan.
- Si tratta di laboratori ultra-sicuri che gestiscono virus altamente pericolosi per ‘anticipare’ le prossime epidemie, essere preparati nell’affrontarli.
Mentre per SARS-CoV-2 persiste l’ipotesi di un virus sfuggito da un laboratorio, altri virus estremamente patogeni sono stati infatti creati dall’uomo per studiarli e prevenirli.
I sei virus creati in laboratorio
Sembra di assistere ad un film di fantascienza, dove le sperimentazioni in laboratorio possono mettere in pericolo l’intero pianeta con un virus che ‘sfugge’ al controllo alimentando le paure del bioterrorismo anche nella comunità scientifica.
In questo momento vi starà venendo in mente il virus SARS-CoV-2 con le diverse teorie del complotto ma non ci sono prove che il coronavirus SARS-CoV-2 sia fuggito da un laboratorio a Wuhan.
Tuttavia, diversi laboratori ultra-sicuri gestiscono effettivamente virus pericolosi e arrivano persino al punto di crearli volontariamente per i loro esperimenti scientifici. Esperimenti che si dibattono a causa del rischio di bioterrorismo o di dispersione in natura ma che, secondo i loro autori, sono al contrario necessari per anticipare le prossime epidemie.
Un ibrido mortale dell’influenza aviaria
Nel 2013, i medici cinesi hanno annunciato sulla rivista Science di aver creato un virus ibrido dai ceppi dei virus H5N1 e H1N1.
Il primo, responsabile dell’influenza aviaria, è molto pericoloso per l’uomo ma poco trasmissibile all’uomo.
Il secondo, d’altra parte molto contagioso, è all’origine della devastante pandemia influenzale del 2009-2010. Basti dire che la miscela è potenzialmente esplosiva.
L’obiettivo del team, tuttavia, era basato su un’intenzione lodevole, che avrebbe dovuto prevenire le prossime pandemie globali rilevando futuri virus che probabilmente sarebbero emersi.
Ma questo approccio suscita anche i timori della comunità scientifica.
Nel 2011, i ricercatori del laboratorio dell’Erasmus University Medical Center di Rotterdam (Paesi Bassi) hanno rinunciato a pubblicare pubblicamente il loro articolo che spiegava come avevano creato un virus H5N1.
Il virus della poliomielite ricostruito dalla genetica
È uno dei primi virus sintetici ricostruiti dagli scienziati: nel 2002, i ricercatori della New York University hanno creato il virus della polio da zero, assemblando sequenze genetiche raccolte da database dati liberamente accessibili, quindi convertendo il DNA in RNA utilizzando un enzima.
Un metodo applicabile “a qualsiasi virus”, ha poi spiegato Diane Griffin, autrice principale dello studio pubblicato sulla rivista Science. L’agente infettivo è risultato altrettanto mortale per le cellule umane quanto il virus originale. Il poliovirus, tuttavia, è uno dei meno geneticamente complessi, motivo per cui è stato uno dei primi ad essere sintetizzato.
Il virus del vaiolo per $ 100.000
I virologi canadesi sono riusciti nel 2017 a ricostruire un orthopoxvirus simile a quello del vaiolo, una malattia che l’umanità ha impiegato decenni per debellare e che ha causato più di 300 milioni di vittime nel solo XX secolo.
Sono bastati $ 100.000 e pochi ingredienti ordinati su Internet per creare un ceppo di questo virus, che fortunatamente colpisce solo i cavalli. Ma, secondo gli scienziati, sarebbe del tutto possibile ricreare il vero virus del vaiolo con gli stessi mezzi.
La ricerca, volta a migliorare l’attuale vaccino contro il vaiolo, aveva però sollevato la preoccupazione della comunità scientifica sui rischi di bioterrorismo associati alla creazione di questo nuovo virus.
SARS 2.0, un ibrido ultra resistente del 2003
Tredici anni dopo l’emergere della SARS nel 2003, un team di scienziati ha pubblicato su Nature Medicine le istruzioni per l’uso di un virus chimerico chiamato CoV-SHC014, adattato da un virus di pipistrello per infettare le cellule umane.
Ralph Baric, professore di epidemiologia presso l’Università del North Carolina e autore principale dello studio, ha detto all’epoca che questo ceppo mutante era in grado “di resistere a tutti i vaccini e all’immunoterapia“.
“Se questo virus sfuggisse, nessuno potrebbe prevedere la traiettoria“, si è quindi preoccupato in Nature Simon Wain-Hobson, virologo presso l’Institut Pasteur di Parigi. Ironia della sorte, l’obiettivo dei ricercatori era quello di aiutare a sviluppare un vaccino contro “virus non ancora identificati”. In definitiva, sarà un’altra versione della SARS a causare la pandemia senza precedenti del 2020.
Un virus bovino altamente patogeno
Rilevato per la prima volta in Inghilterra nel 2012, il virus Schmallenberg (SBV) colpisce i ruminanti (bovini e ovini) e provoca febbre, diarrea grave e aborti spontanei.
Nel 2013 ha circolato attivamente nella maggior parte dei paesi europei, causando perdite significative nelle aziende agricole. Questo virus RNA della famiglia Orthobunyavirus non infetta gli esseri umani, ma altri virus dello stesso genere, come il virus Umbre, è trasmissibile all’uomo e può causare encefalite.
Nel 2013, i ricercatori dell’Università di Glasgow, in Scozia, hanno realizzato diverse versioni sintetiche più o meno virulente di SBV manipolando il suo codice genetico, al fine di studiarne le caratteristiche per produrre un vaccino. Tuttavia, con questo tipo di esperimento esiste il rischio di produrre una mutazione che consentirebbe al virus di attraversare la barriera delle specie.
Un virus sintetico che uccide i batteri
Un virus artificiale perfettamente simile a un virus naturale è stato creato nel 2018 da un team dell’University College di Londra, che ha pubblicato le sue istruzioni per l’uso sulla rivista Nature Communications.
Il virus, che attacca solo i batteri, si attacca alla cellula e fa piccoli fori nella sua membrana, provocando la perdita del contenuto della cellula e la morte dei batteri “in pochi secondi”. La ricerca mirava a combattere i batteri resistenti agli antibiotici, hanno detto i ricercatori.
Questi virus particolarmente aggressivi potrebbero anche essere usati come strumento per l’editing genetico nelle cellule umane, poiché hanno la capacità di penetrarvi come virus naturali. Sarebbe comunque necessario studiarne gli effetti precisi, perché alcuni batteri sono vitali per il nostro organismo.