Quali sono i campanelli d’allarme dell’autismo?
Sono i primi 3 anni di vita a scorgere quelli che sono i ‘campanelli d’allarme’ dell’autismo che si sviluppano nelle 3 macro aeree: ritardo del linguaggio, difficoltà d’interazione sociale, interessi ristretti e stereotipati.
L’autismo e i campanelli d’allarme
Per autismo s’intende un disordine dello sviluppo neurologico che si rende evidente nei primi 3 anni di vita a svilupparsi sono un ritardo del linguaggio, difficoltà d’interazione sociale, interessi ristretti e stereotipati.
Per usare una terminologia più ‘tecnica’, invece di autismo, è corretto parlare di Disturbo dello Spettro Autistico (ASD), non standard per tutti. Difatti variano da tipologia a tipologia.
La diagnosi, soprattutto in quella tenera età, si basa sull’osservazione clinica dei comportamenti del bambino.
Riconoscere i campanelli d’allarme vuol dire avere la possibilità di agire nel massimo periodo della sua plasticità mentale andando ad incidere sulle potenzialità del bambino: la qualità della vita sua e familiare sarà migliore.
Uno dei primi campanelli d’allarme che deve far riflettere il genitore è la mancata risposta ad una chiamata (con il suo nome). Ovviamente in questo caso dovranno prima escludersi tutte le possibili cause acustiche.
Un altro segnale potrebbe essere la mancanza di un sorriso ricambiato, vi è una ‘non risposta’.
Per quanto riguarda la fase della comunicazione, manca la lallazione, il linguaggio potrebbe non avviarsi o farlo in modo poco tipico.
Anche gli interessi sono pochi e ristretti così come le interazioni coi propri pari: vi è un’evidente difficoltà.
Per riassumere, i punti sono 7:
Manca proprio l’interazione con le persone che lo circondano, non sorridono, non guardano negli occhi, come già accennato.
Non vi è una risposta al proprio nome dopo i 12 mesi.
Mancano d’interesse verso le altre persone. Non c’è la classica ricerca di approvazione e attenzione.
Il bambino autistico potrebbe non rispondere con interesse alle attenzioni, potrebbe non sorridere, non cercare il contatto visivo.
Non riproduce i versi tipici di un piccolo bebè, manca la fase della lallazione e potrebbe esserci un ritardo nelle capacità comunicative.
Giocare con gli altri bambini? Se questo non avviene o a tuo figlio crea disagio, potrebbe essere un campanello d’allarme.
Così come solitamente la fase dell’imitazione dell’altro è un momento importante nello sviluppo del bambino, nel piccolo autistico questo non avviene, non copia parole e azioni. Anzi, appare indifferente, distaccato.
No alla ricerca di conforto tra coccole e abbracci, il bambino autistico tenderà ad isolarsi, restare ‘chiuso’ in sé stesso.
Identificare precocemente l’autismo è fondamentale soprattutto quando i processi di sviluppo possono essere ancora modificati. Per un’adeguata diagnosi rivolgiti ad un centro di neuropsichiatria infantile.