Quali sono i campanelli d’allarme del morbo di Crohn?
Per agire in tempo bisogna conoscere i campanelli d’allarme che costituiscono l’infiammazione cronica intestinale ovvero il morbo di Crohn. Vediamoli insieme.
Morbo di Crohn: la tempestività nella diagnosi differenziale
L’incidenza della patologia è crescente perché non si riconosce – o meglio – non si riesce a differenziare (autonomamente) da altri tipi di infiammazioni intestinali come la rettocolite ulcerosa nonostante siano due malattie completamente diverse . Ma la confusione è dietro l’angolo, forse perché la parola che le accomuna è proprio “malattia infiammatoria cronica intestinale” e trae in inganno.
La rettocolite ulcerosa è molto più facile da diagnosticare perché è presente diarrea e sangue nelle feci e riferirsi al medico è quasi immediato.
Ma vogliamo ritornare ai campanelli d’allarme del morbo di Crohn. Spesso confusa con sindrome dell’intestino irritabile, ricevendo delle rassicurazioni ‘fuori luogo’, che non corrispondono alla realtà.
Perché succede questo? Semplice, i sintomi sono aspecifici: dolore alla pancia ricorrente, alterazione dell’alvo, diarrea o stipsi, senza evidenziare dei sintomi classici, immutabili.
Per fare un punto della situazione: il morbo di Crohn può essere ‘convertito’ con i sintomi classici di una malattia infiammatoria dell’intestino quali diarree, dolori addominali, flatulenze, febbre, nausee e vomito, perdita di peso.
Nonostante, ad esempio, la sindrome dell’intestino irritabile sia una patologia benigna che non progredisce, non è così per il morbo di Crohn quale malattia organica. Proprio su questo vogliamo porre l’attenzione dopo aver approfondito i sintomi più ‘usuali’ [Fonte: MSD]:
1) Diarrea cronica: il bisogno di evacuazione giornaliera (e di notte) di feci liquide perché la mucosa intestinale è infiammata, in questo modo si perdono liquidi quindi nutrienti, vitamine, oligominerali.
2) Dolori addominali: questi si percepiscono nella zona infiammata interessata. Presentano spasmi e compaiono dopo l’assunzione di alimenti. I dolori sono dovuti anche ad un’eccessiva dilatazione, presenza di gas o feci liquide oppure restringimento dell’intestino.
3) Meteorismi: sono dovuti principalmente a numerosi batteri presenti nell’intestino che causano la formazione di gas. Questi gas dilatano la parete intestinale provocando dolore.
4) Febbre: si definisce tale quando supera i 38.5° ed è proprio indicativa del processo infiammatorio che è in atto nell’organismo.
5) Carenze nutrizionali / calo di peso: Perché avviene? Per la paura che all’assunzione di cibo si associ un malessere come dolori addominali e diarrea, in più vi è la presenza dell’infiammazione cronica che compromette l’assorbimento di acqua, minerali e altri non sottovalutabili nutrienti alimentari.
6) Nausea e vomito: quando stenosi (restringimenti) e infiammazione causano un’alterazione del normale passaggio del cibo nell’intestino, possono manifestarsi episodi di nausea e vomito nel morbo di Crohn.
La diagnosi non è immediata, solitamente viene posta dopo l’esclusione di altre cause intestinali e dopo una serie di analisi. Il metodo più efficace è la biopsia.