Qual è l’olio migliore per friggere? Ecco cosa dicono gli esperti
La frittura è uno dei metodi di cottura più amati e diffusi in tutto il mondo, ma scegliere l’olio giusto per friggere può essere complicato. Diverse caratteristiche influiscono sulla qualità dell’olio durante la frittura e, di conseguenza, sul sapore e sulla salute dei cibi fritti. In questo articolo, esamineremo le proprietà fondamentali da considerare quando si sceglie l’olio per friggere e presenteremo alcune delle opzioni più salutari disponibili sul mercato.
Punto di fumo: un aspetto cruciale
Il punto di fumo è la temperatura alla quale un olio comincia a decomporsi e a produrre fumo. Questo è un fattore critico da considerare, poiché un olio che ha raggiunto il suo punto di fumo può generare composti tossici e dannosi per la salute. Per la frittura, è consigliabile scegliere oli con un alto punto di fumo, che permettono di raggiungere temperature elevate senza deteriorarsi.
Stabilità e resistenza all’ossidazione
Un altro aspetto importante da valutare è la stabilità dell’olio e la sua resistenza all’ossidazione. Gli oli instabili si degradano rapidamente quando esposti a calore, luce e ossigeno, formando composti potenzialmente dannosi per la salute. Gli oli ricchi di acidi grassi saturi e monoinsaturi sono generalmente più stabili e resistenti all’ossidazione rispetto a quelli ricchi di acidi grassi polinsaturi.
Oli consigliati per la frittura
Tenendo conto dei fattori sopra descritti, ecco alcuni degli oli più adatti per la frittura:
- Olio di cocco: L’olio di cocco è composto per circa l’80-90% da acidi grassi saturi, il che lo rende molto stabile e resistente all’ossidazione. Ha un punto di fumo di circa 177°C (350°F), il che lo rende adatto alla frittura a temperature moderate. Tuttavia, l’olio di cocco conferisce un sapore leggermente dolce ai cibi, il che potrebbe non essere gradito da tutti.
- Olio di arachidi: L’olio di arachidi ha un alto contenuto di acidi grassi monoinsaturi e un punto di fumo di circa 227°C (440°F). È molto stabile e resistente all’ossidazione, il che lo rende una scelta eccellente per la frittura ad alte temperature.
- Olio di oliva extravergine: Nonostante la comune credenza che l’olio di oliva extravergine non sia adatto alla frittura, questo olio ha un punto di fumo compreso tra 190°C e 207°C (374-405°F) ed è ricco di acidi grassi monoinsaturi e antiossidanti. È una scelta salutare e versatile per la frittura a temperature moderate.
- Olio di semi di uva: L’olio di semi di uva ha un punto di fumo di circa 216°C (420°F) ed è composto principalmente da acidi grassi polinsaturi. Sebbene sia meno stabile degli oli ricchi di acidi grassi saturi e monoinsaturi, rimane una buona opzione per la frittura a temperature moderate. Tuttavia, è importante prestare attenzione al processo di raffinazione dell’olio, che può influenzare la sua qualità e le sue proprietà.
- Olio di girasole ad alto oleico: L’olio di girasole ad alto oleico è stato modificato geneticamente per aumentare il contenuto di acidi grassi monoinsaturi e ridurre quello di polinsaturi. Ha un punto di fumo di circa 232°C (450°F) e offre una maggiore stabilità rispetto all’olio di girasole tradizionale. È adatto alla frittura ad alte temperature e ha un sapore neutro che non altera il gusto dei cibi.
Cosa evitare
È importante evitare gli oli con un basso punto di fumo e quelli ricchi di acidi grassi polinsaturi, come l’olio di soia, di mais e di colza, poiché tendono a ossidarsi facilmente e a produrre composti dannosi quando riscaldati. Inoltre, è preferibile evitare oli idrogenati o parzialmente idrogenati, che contengono grassi trans noti per essere nocivi per la salute.
Ricordare le buone pratiche di frittura
Infine, oltre a scegliere l’olio giusto, è essenziale seguire alcune buone pratiche di frittura per garantire che i cibi siano sani e gustosi. Queste includono:
- Non surriscaldare l’olio oltre il suo punto di fumo
- Non riutilizzare l’olio più volte, poiché ciò può portare alla formazione di composti nocivi
- Friggere a temperature costanti per evitare che l’olio si assorba eccessivamente nel cibo
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