Qual è la malattia di Justin Bieber?
Qual è la malattia di Justin Bieber? Da qualche giorno milioni di persone in tutto il mondo si pongono questa domanda. Il motivo è legato al fatto che, tramite un post sul suo seguitissimo profilo Instagram, il 25enne statunitense, sulla cresta dell’onda da diversi anni, ha ammesso di essere affetto dalla malattia di Lyme.
Il cantante, che ha iniziato la sua carriera più di dieci anni fa quando era appena adolescente, ha confessato di aver passato un paio d’anni molto difficili a causa di questa patologia. Quali sono le caratteristiche della malattia? Seguici nelle prossime righe per scoprire qualcosa di più in merito.
Malattia di Lyme: ecco cosa sapere
Come ricordato dai Dottori Larry M. Bush e Maria T. Perez del Charles E. Schmidt College of Medicine e del Wellington Regional Medical Center, la malattia di Lyme è stata identificata per la prima volta non tanto tempo fa, ossia nel 1976. La patologia deve il suo nome proprio al fatto di essere stata classificata scientificamente a seguito di un’epidemia che, nel succitato anno, ha colpito la città di Lyme (Connecticut).
La principale causa della malattia è il morso della zecca. A seguito di questo evento, avviene la trasmissione di batteri della famiglia Spirochaetales, troppo sottili per essere osservati con i microscopi tradizionali.
Diagnosi e sintomi
La malattia di Justin Bieber si diagnostica passando da due fasi. La prima è la valutazione clinica. La seconda, invece, prevede l’esecuzione di test sierologici ad hoc. La patologia, nota anche come Borrelliosi di Lyme – la Borrelia burgdorferi sensu è infatti l’agente patogeno – si manifesta con sintomi caratterizzati da intermittenza.
Come specificato dagli esperti dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), i primi segnali cominciano a palesarsi nei mesi estivi. Generalmente, la malattia che ha colpito Justin Bieber – ma anche Avril Lavigne – si manifesta con l’insorgenza di una macchia cutanea rossa che comincia poi a espandersi lentamente. Nella fase iniziale si parla anche di febbre, rigidità del collo, mal di testa e dolori articolari.
A distanza di qualche settimana fanno la loro comparsa problematiche neurologiche precoci. In questo novero è possibile citare le atralgie, ma anche alcune forme di meningite. Dopo un lasso di tempo che può corrispondere a mesi o anni post infezione arrivano complicanze come l’artrite cronica e i problemi all’apparato cardiovascolare.
Vaccino e farmaci
In USA, grazie all’evoluzione dell’ingegneria genetica, è possibile accedere ad alcuni vaccini contro la malattia. Consigliati ai soggetti di età compresa tra i 15 e i 70 anni, garantiscono un’immunità di cui non si conosce ancora la durata.
Per quanto riguarda i farmaci, ricordiamo che la terapia principale prevede il ricorso agli antibiotici. In caso di sintomi particolarmente aggressivi si può ricorrere anche ai corticosteroidi.