Perché si parla tanto del pupazzo “Huggy Wuggy”?
La polizia ha ricevuto diverse segnalazioni riguardanti il pupazzo “Huggy Wuggy“, il protagonista di un videogame. Perché se ne sta parlando? Scopritelo nell’articolo.
Il pupazzo Huggy Wuggy
Negli ultimi tempi, la polizia ha ricevuto svariate segnalazioni riguardanti la canzone del pupazzo “Huggy Wuggy” ovvero il protagonista di un videogioco horror del 2021.
Il videogame in questione parla di un ex dipendente di una fabbrica di giocattoli, che dopo anni visita il vecchio luogo di lavoro oramai abbandonato. Una volta dentro, però, il protagonista principale scopre che i peluche e gli altri giocattoli lasciati all’interno dell’edificio hanno preso vita e sono divenuti malvagi. Tra questi spicca Huggy Wuggy, un pupazzo dall’aspetto inquietante che si rivela essere uno spietato assassino.
Le prime segnalazioni riguardanti il pupazzo Huggy Wuggy sono arrivate dal Regno Unito, dove la polizia del Dorset ha diffuso un comunicato relativo alla circolazione online di video pericolosi in cui un peluche spingeva a compiere gesti di natura violenta. Secondo le Forze dell’Ordine britanniche questo filmato raggiungeva un target di pubblico non consono, poiché erano fruibili da bambini molto piccoli.
In realtà, il video in questione era stato caricato sul canale YouTube del suo creatore con le dovute restrizioni d’età. La canzone non era accessibile da YouTube Kids, quindi non poteva essere visualizzata dai minori di 12 anni.
Nonostante questo, l’allarmismo ha preso piede velocemente non solo nel Regno Unito, ma ha raggiunto anche l’Italia a partire da un post dai toni preoccupati pubblicato da una donna e diventato presto virale. Anche giornali e media hanno contribuito ad alimentare questa preoccupazione spropositata.
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È davvero pericoloso?
Il contenuto a cui fanno riferimento i notiziari e i post dei genitori preoccupati ha delle restrizioni. È fruibile soltanto da un pubblico adulto ed è arrivato ad alcuni bambini perché hanno utilizzato piattaforme libere da parentale control senza supervisione.
Inoltre, non sono stati segnalati casi di bambini che hanno compiuto atti violenti in seguito alla visione del video.
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