Perché il peperoncino è piccante? La spiegazione scientifica
Scopri perché il peperoncino è piccante, come misurare la sua piccantezza e quali rimedi utilizzare per alleviare la sensazione di bruciore.
Probabilmente avete già provato quella sensazione di bruciore intenso dopo aver morso un peperoncino particolarmente forte. Ma vi siete mai chiesti cosa provoca realmente questa reazione? Ecco la spiegazione.
Il peperoncino contiene capsaicina, un composto chimico della stessa famiglia della nicotina e della caffeina. Quando mordiamo un peperoncino, la capsaicina attiva dei recettori che si trovano nella bocca, in particolare sulla lingua, chiamati “nocicettori”. Questi sono gli stessi recettori incaricati di rilevare il calore: ecco perché il nostro cervello percepisce una sensazione di bruciore al contatto con la capsaicina del peperoncino! E poiché l’informazione viaggia attraverso il nervo trigemino, che si divide in tre rami nella bocca, nel naso e negli occhi, non è raro piangere e soffiarsi il naso dopo aver assaggiato un piatto molto piccante.
Come spegnere il fuoco? Con il grasso!
Non tutti i peperoncini hanno lo stesso effetto sulle nostre papille gustative. L’americano Wilbur Scoville ha avuto l’idea di creare una scala che ne misura la forza, contando il numero di diluizioni necessarie per non sentire il piccante di una purea di peperoncino fresco. Il peperone, ad esempio, che non contiene capsaicina, si trova in fondo alla scala di Scoville, a zero. Il peperoncino di Espelette si attesta tra 1.500 e 2.500 unità Scoville. Più forte, quello di Cayenna deve essere diluito tra 30.000 e 50.000 volte. Quanto al Pepper X, designato come il più forte del mondo nel 2023, raggiunge il punteggio di 2,7 milioni sulla scala! Una potenza di fuoco tale che un giovane americano è finito in ospedale, nel 2020, dopo aver consumato un peperoncino simile. Più ragionevolmente, sappiate che non serve a niente buttarsi su un bicchiere d’acqua per alleviare il bruciore: la capsaicina è solubile nel grasso, quindi meglio optare per latte intero o un cucchiaio di olio d’oliva.
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La scoperta della vitamina C
È nel peperone che l’ungherese Albert Szent-Giörgyi ha scoperto, nel 1933, la vitamina C. Bisogna dire che questo ortaggio crudo, verde o rosso, ne contiene da tre a quattro volte di più dell’arancia! Il suo lavoro sarà premiato con il premio Nobel per la medicina quattro anni dopo, e l’indispensabile vitamina sarà rapidamente sintetizzata dall’industria farmaceutica.
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