Parkinson, nuove speranze dalla ricerca sulla proteina Pink1: verso terapie innovative

Lo studio sulla proteina Pink1 offre nuove speranze per lo sviluppo di terapie farmacologiche mirate a intervenire direttamente sui meccanismi molecolari alla base della malattia di Parkinson.

La scoperta della proteina Pink1, avvenuta circa 20 anni fa, ha segnato un passo fondamentale nella comprensione della malattia di Parkinson, una patologia neurodegenerativa che colpisce milioni di persone nel mondo. Recentemente, un gruppo di ricercatori ha condotto uno studio innovativo che potrebbe aprire la strada a nuove terapie farmacologiche per contrastare questa malattia debilitante. La ricerca ha approfondito il ruolo di Pink1 nel sistema nervoso e ha evidenziato come alterazioni in questa proteina possano contribuire all’insorgenza del Parkinson, offrendo nuove prospettive terapeutiche.

Cos’è la malattia di Parkinson

La malattia di Parkinson è un disturbo neurodegenerativo cronico e progressivo che colpisce principalmente il sistema motorio del corpo. È causata dalla morte delle cellule nervose che producono dopamina, un neurotrasmettitore fondamentale per il controllo dei movimenti.

La dopamina consente ai segnali tra il cervello e i muscoli di essere trasmessi correttamente, permettendo così movimenti fluidi e coordinati. Quando queste cellule cerebrali vengono danneggiate o distrutte, i sintomi del Parkinson iniziano a manifestarsi.

Le cause del Parkinson

Le cause precise del Parkinson non sono ancora completamente comprese, ma si ritiene che una combinazione di fattori genetici ed ambientali giochi un ruolo nell’insorgenza della malattia. L’alterazione di alcune proteine, come la Pink1, è uno degli aspetti cruciali che i ricercatori stanno studiando. La proteina Pink1 è fondamentale per la salute delle cellule nervose, in particolare per il corretto funzionamento dei mitocondri, le centrali energetiche delle cellule. La disfunzione di Pink1 può portare ad un accumulo di danni cellulari, contribuendo alla morte prematura delle cellule dopaminergiche nel cervello.

Il ruolo di Pink1

La proteina Pink1 gioca un ruolo determinante nella protezione delle cellule nervose, aiutando a mantenere la salute dei mitocondri. Quando la funzione di Pink1 è compromessa, si verifica un disordine nel processo di degradazione delle cellule danneggiate, contribuendo alla progressiva morte delle cellule dopaminergiche nel cervello.

Il risultato del nuovo studio, pubblicato sulla rivista Science e riportato dall’Ansa, apre allo sviluppo di nuovi farmaci per una patologia che al momento non possiede cure in grado di arrestarne la progressione: le nuove terapie potranno, infatti, utilizzare la proteina come bersaglio, un obiettivo fino ad ora impossibile da raggiungere viste le poche informazioni a disposizione.

Lo studio è stato condotto da un gruppo di ricercatori dell’Istituto di ricerca medica australiano Walter ed Eliza Hall.

Come funziona Pink1

La proteina Pink1 si attacca ai mitocondri, le centrali energetiche cellulari, e segnala quelli danneggiati che devono essere rimossi. Nei malati di Parkinson, però, Pink1 ha una mutazione che ne impedisce il corretto funzionamento: la conseguenza è che i mitocondri danneggiati si accumulano, smettono di produrre energia e rilasciano sostanze tossiche che uccidono la cellula.

I neuroni, che necessitano di molta energia, sono particolarmente sensibili a questo tipo di danno e infatti una delle caratteristiche distintive del Parkinson è la morte delle cellule cerebrali.

Cosa hanno detto i ricercatori

I ricercatori coordinati da David Komander, dopo anni di lavoro, sono finalmente riusciti a ottenere l’aspetto e la struttura della Pink1 umana e a capire come si attacca ai mitocondri. “Questa è una pietra miliare significativa per la ricerca sul Parkinson”, afferma Komander. “È incredibile vedere finalmente Pink1 e capire come si lega ai mitocondri. La sua struttura rivela molti modi attraverso i quali è possibile modificare la proteina – prosegue il ricercatore – e questo potrà cambiare la vita delle persone affette dalla malattia”.

Incidenza e impatto della malattia di Parkinson

Il Parkinson è una delle malattie neurodegenerative più comuni, con un’incidenza che aumenta con l’età. Si stima che circa 10 milioni di persone in tutto il mondo vivano con la malattia di Parkinson. In Italia, si parla di circa 250.000 pazienti affetti da questa patologia, con una prevalenza che cresce significativamente oltre i 60 anni. La malattia non solo compromette la qualità della vita di chi ne è affetto, ma comporta anche un notevole carico sociale ed economico a causa delle esigenze di assistenza a lungo termine.

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La speranza di terapie farmacologiche innovative

L’innovativo studio sulla proteina Pink1 offre nuove speranze per lo sviluppo di terapie farmacologiche mirate a intervenire direttamente sui meccanismi molecolari alla base della malattia di Parkinson. Se questi trattamenti si dimostreranno efficaci, potrebbero non solo rallentare la progressione della malattia, ma anche migliorare la qualità della vita dei pazienti, riducendo la necessità di interventi invasivi o di trattamenti di supporto.

La ricerca sulla proteina Pink1 è un passo promettente nel panorama delle terapie per il Parkinson.

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