Papa Francesco e l’insufficienza respiratoria: cos’è e come si interviene
Prestare attenzione ai sintomi, evitare l'automedicazione e consultare un medico al primo segno di allarme può salvare la vita.
Dalla nota della Sala stampa vaticana di oggi, mercoledì 5 marzo, si apprende che Papa Francesco “ha riposato bene nella notte, si è svegliato poco dopo le 8”.
Il Santo Padre è in ospedale da quasi tre settimane: inizia per lui il ventesimo giorno al Policlinico Gemelli di Roma.
Quella di ieri è stata una giornata stabile per il Pontefice. Dopo le due crisi respiratorie di lunedì si temevano altri episodi e invece ha alternato il letto alla poltrona, ed è tornato all’ossigeno ad alti flussi, quello meno invasivo somministrato attraverso i naselli. Ma per trascorrere più sicuramente la notte tornerà alla ventilazione meccanica con la maschera. Una precauzione dovuta, considerato che è proprio nelle ore del riposo che occorre ora più assistenza.
Il quadro clinico del Santo Padre resta complesso e la prognosi è ancora riservata.
Ma cos’è l’insufficienza respiratoria? Come si cura? Cerchiamo di capirne di più.

L’insufficienza respiratoria
L’insufficienza respiratoria è una condizione in cui i polmoni non riescono a fornire abbastanza ossigeno al sangue o non riescono a eliminare adeguatamente l’anidride carbonica. Questo disturbo può essere acuto (di insorgenza rapida) o cronico (di lunga durata) e può essere causato da varie malattie polmonari, cardiache o da altre condizioni che compromettono la funzione respiratoria.
Due tipi di insufficienza respiratoria
Esistono due tipi principali di insufficienza respiratoria:
Insufficienza respiratoria tipo 1 (ipossiemica): si verifica quando i livelli di ossigeno nel sangue sono troppo bassi, ma i livelli di anidride carbonica sono normali o relativamente bassi. Può essere causata da malattie come la polmonite, l’embolismo polmonare o l’insufficienza cardiaca acuta.
Insufficienza respiratoria tipo 2 (ipercapnica): in questo caso, i livelli di anidride carbonica nel sangue sono troppo alti, a causa della difficoltà dei polmoni a eliminarla. È spesso causata da malattie come la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) o l’asma grave.
I sintomi
I sintomi di insufficienza respiratoria possono includere difficoltà a respirare, fiato corto, confusione, stanchezza, aumento della frequenza cardiaca, sudorazione eccessiva e sensazione di soffocamento, e nei casi più gravi, una cianosi (colorazione bluastra della pelle dovuta alla mancanza di ossigeno). La condizione richiede un trattamento urgente, che può includere l’uso di ossigeno supplementare, ventilazione meccanica o altre terapie a seconda della causa e della gravità. Questo disturbo può mettere a rischio le funzioni vitali.
Sottovalutare questi segnali può portare a danni cerebrali, insufficienza multiorgano e morte.

Come si interviene
Come si legge su Salud180 che ha dedicato un dettagliato articolo all’argomento, il trattamento dell’insufficienza respiratoria dipende dalla causa e dalla gravità della condizione, ma in tutti i casi l’obiettivo è ripristinare i livelli di ossigeno ed eliminare l’anidride carbonica in eccesso. Ecco come si può intervenire:
Ossigenoterapia: somministrazione supplementare di ossigeno tramite maschere o cannule nasali.
Ventilazione meccanica: nei casi gravi, viene utilizzato un respiratore artificiale per assistere la funzionalità polmonare.
Terapie farmacologiche: uso di broncodilatatori, corticosteroidi e antibiotici in caso di infezioni.
Riabilitazione polmonare: insieme strategie per migliorare la capacità respiratoria a lungo termine.
Individuare precocemente i sintomi può fare la differenza tra la guarigione e un esito fatale.
Consultare un medico al primo segno di allarme
Prendersi cura della salute dei polmoni è una priorità, soprattutto in un mondo in cui l’inquinamento, il fumo e le malattie respiratorie continuano ad aumentare.
Prestare attenzione ai sintomi, evitare l’automedicazione e consultare un medico al primo segno di allarme può salvare la vita.
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