OMS: “Non ci sono prove che il Coronavirus andrà via in primavera”
Pensare che l’allarme per il Coronavirus cessi in primavera è una falsa speranza. A dirlo è l’OMS. Questa affermazione si discosta dalle dichiarazioni delle autorità sanitarie degli USA che, nei giorni dell’inizio dell’epidemia, avevano messo in primo piano i dettagli di alcuni modelli matematici secondo i quali l’epidemia avrebbe potuto essere potenzialmente stagionale.
Secondo Mike Ryan, direttore esecutivo del programma di emergenza dell’OMS, ha specificato che, ora come ora, non è possibile fare questo presupposto.
Il punto di vista di Mike Ryan
Secondo Mike Ryan, è necessario essere pronti al fatto che il virus continuerà ad avere una forte capacità di diffusione. Come già detto, a suo dire è una falsa speranza il pensiero che possa scomparire come l’influenza.
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Il punto di vista dell’Istituto Superiore di Sanità
Silvio Brussaferro, Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano Repubblica e uscita ieri ha fatto presente che, in ogni caso, i contagi virali manifestano maggiore efficienza con clima freddo e secco. Un esempio interessante a tal proposito è l’epidemia di SARS del 2003, che si è arrestata con l’arrivo della bella stagione.
Brussaferro, ponendo l’accento sul fatto che si tratta comunque di un virus nuovo che trova il sistema immunitario attaccabile, sottolinea che, in questa fase, ogni aiuto è ben accetto.
Diverso è il punto di vista di Giancarlo Icardi, docente di Igiene presso l’Università di Genova. L’esperto ha fatto presente che l’Organizzazione Mondiale della Sanità parla a tutto il mondo e che la primavera sta arrivando solamente nell’emisfero boreale.
Giancarlo Icardi ha ribadito l’importanza di non abbassare la guardia, in quanto il caldo non basterebbe comunque. Tornando un attimo all’OMS, è bene ricordare che, negli ultimi giorni, i suoi vertici sono impegnati nel rispondere alle affermazioni di Donald Trump, che si è recentemente detto non preoccupato per il virus.
Come sottolineato da Tedros Adhanom Ghebreyesus, il rischio di un eccessivo ottimismo è quello di non riuscire a debellare sufficientemente i contagi.
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