Obesità: cos’è, quali sono i rischi e i rimedi per prevenire
Nel periodo pandemico che stiamo attraversando i riflettori sono tutti posti sul Coronavirus oscurando altre patologie importanti e che possono mettere a repentaglio la vita. L’obesità, definita dagli studiosi “la pandemia del XXI secolo” insieme al diabete, costituisce un’emergenza sanitaria da cui non è possibile sottrarsi.
Obesità: cos’è, quali sono i rischi e i rimedi
L’obesità è definita tale quando il valore dell’Indice di Massa Corporea (BMI, calcolato dividendo il peso in kg x il quadrato dell’altezza in metri) è superiore a 30, come definito dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Si tratta di un accumulo di grasso in eccesso nel tessuto adiposo.
Come sottolineato sul sito di EpiCentro (Portale dell’epidemiologia per la sanità pubblica) l’obesità non è riferita solamente alla presenza del grasso in eccesso ma anche da un aumento della massa muscolare.
In Italia – secondo i dati dell’Istat – il 25,2% della popolazione tra i 3-17 anni (maggiormente i maschi) è in eccesso di peso.
Un dato che fa riflettere sull’importanza della prevenzione in giovane età nonostante sia complicato definirne i parametri durante la crescita.
Un metodo utilizzato per quantificare il grasso totale e nelle varie regioni del corpo è il Dexa mediante due fasci di raggi X, come descritto sul sito dell’EpiCentro.
L’obesità rientra in una condizione che dà un rischio maggiore d’incorrere a complicanze anche mortali e disabilitanti: cardiometaboliche, neuropsichiatriche e neoplastiche.
Nonostante questo spesso viene sottovalutata e rimandata ad una frase fugace “muoviti di più e mangia di meno”, sono gli stessi clinici a volte a sottostimarla.
Questo disordine nutrizionale si manifesta soprattutto in presenza di uno stile di vita inadeguato:
- Dieta ipercalorica, ricca di grassi e zuccheri.
- Sedentarietà.
Sembrerebbero una serie di atteggiamenti reversibili che possono essere modificati prima d’incorrere in complicanze ma questo processo di pensiero nel tempo ha aumentato una “stigmatizzazione” verso le persone obese.
Tra le complicanze maggiori rientrano:
- Diabete di tipo 2.
- Ipertensione arteriosa.
- Malattie cardiovascolari.
- Tumori dell’apparato gastroenterico.
- Sindrome delle apnee notturne.
- Artropatie.
- Depressione.
L’obesità parte da uno stadio di “nessuna anormalità”, per passare ad una “anormalità borderline”, per finire in una condizione conclamata.
Ad oggi non è presente una strategia univoca ed efficace di trattamento nel lungo termine e questo permette il dilagarsi di strategie “truffa” e piuttosto eterogenee, come riferito dall’Associazione Italiana di Dietetica e Nutrizione Clinica – ONLUS.
Modificare lo stile di vita resta la scelta clinica privilegiata, alcune raccomandazioni:
- Una dieta ad alto valore nutrizionale.
- I carboidrati dovrebbero rappresentare il 55% dell’energia totale della dieta.
- Un’attenzione all’indice glicemico.
- Proteine (l’apporto proteico giornaliero dovrebbe essere 0,8-1,0 g/kg di peso).
- I grassi non superiori al 30% dell’introito calorico giornaliero.
- Le fibre aumentano la sazietà.
- L’alcol e le bevande zuccherate sono sconsigliate.
- La Dieta Mediterranea previene il rischio di sovrappeso e obesità.
- Svolgere regolare esercizio fisico.
Studiosi – come riportato nella rivista L’Endocrinologo (2020) – suggeriscono di riconoscere l’obesità come una malattia: una sfida psicologica e psichiatrica.