Sospetta epidemia di Norovirus e Salmonella, le ostriche da non consumare
Attenzione alle ostriche provenienti dalla Francia, dove è stata sospesa la commercializzazione di numerose partite in seguito alla presenza di norovirus, ovvero la causa più comune di gastroenteriti acute di origine non batterica e di Salmonella enterica serovar Napoli.
Per questo motivo il sistema di allerta rapido per gli alimenti e i mangimi europeo (RASFF), dopo avere bloccato le partite francesi di ostriche vive, sta lavorando con le autorità del Ministero della Salute per informare i consumatori e i gestori di servizio ristoro a livello nazionale su un focolaio di norovirus connesso al consumo di ostriche vive.
I lotti incriminati (presumibilmente) non sono ancora stati ritirati dal mercato. Per questo occorre essere prudenti e quando si va in pescheria, controllare sempre la provenienza. È stato proprio il sistema di allerta comunitario a segnalarlo, avviando da diversi giorni e in particolare oggi 29 gennaio, una campagna di ritiro e di richiamo, fra i prodotti contaminati distribuiti anche in Italia.
Il Norovirus è uno degli agenti patogeni più sfuggenti, ma anche uno dei più diffusi tra la popolazione. Il periodo di incubazione del virus è di 12-48 ore, mentre l’infezione dura dalle 12 alle 60 ore. I sintomi sono: nausea, vomito, diarrea acquosa, crampi addominali. In qualche caso c’è anche la febbre.
Negli ultimi anni l’ipotesi che questo virus abbia un’incidenza comparabile a quella di batteri come Escherichia coli è sempre più una certezza. Potrebbe essere la causa delle gastroenteriti che spesso vengono confuse con altre infezioni e non sono riconosciute.
Per questo la comunità scientifica sta cercando di affrontare meglio il problema, prendendo spunto anche da casi specifici come quello delle ostriche, consumate crude e contaminate che si registrano sempre con maggiore frequenza. Occorre però sottolineare che ostriche e molluschi bivalve sono solo una parte dei veicoli a fianco di altri ‘mezzi’ come acqua, frutta e verdura.
Le persone con un sistema immunitario compromesso, compresi quelli affetti da AIDS, abuso cronico di alcol, fegato, stomaco o disturbi del sangue, cancro, diabete, o malattia renale e quelli che prendono farmaci per l’artrite reumatoide o fanno chemioterapia per il cancro, dovrebbero evitare il consumo di ostriche crude, indipendentemente dalla provenienza dei molluschi.
Le salmonellosi rappresentano una delle più frequenti patologie di origine alimentare nell’uomo. Nell’uomo si manifesta perlopiù come enterocolite. L
e infezioni provocate da salmonella si distinguono in forme tifoidee, in cui l’uomo rappresenta l’unico serbatoio del microrganismo, e forme non tifoidee, causate dalle cosiddette salmonelle minori (come S. Typhimurium e la S.Enteritidis), responsabili di forme cliniche a prevalente manifestazione gastroenterica. La salmonella è l’agente batterico più comunemente isolato in caso di infezioni trasmesse da alimenti. Se ne conoscono più di 2000 varianti.
Le salmonelle rilevanti dal punto di vista medico appartengono alla specie Salmonella enterica di cui esistono più sottospecie. Le sottospecie vengono ancora suddivise nei cosiddetti serovars o sierotipi in base alla presenza di specifici antigeni. Di regola per designare i serovar si scrive solo il nome del genere – Salmonella – seguito dalla denominazione del serovar, iniziando con lettere maiuscole. Sono considerate salmonelle zoonotiche quelle che interessano l’uomo e l’animale.
La Salmonella Napoli, originata dall’ambiente, è rara in Europa. In Italia, tuttavia, è cresciuta di importanza dal 2000. Fino ad oggi, non sono stati identificati fattori di rischio per giustificare il suo aumento.
Per questo motivo, evidenzia Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, non andrebbero mai consumate crude anche se questo comportamento stride con molte abitudini e tradizioni culinarie. Di qui l’invito ad analizzare con molta attenzione i frutti di mare e soprattutto di consumarli solo cotti, anche perché è stato dimostrato che il norovirus resiste per settimane nei tessuti del mollusco, e non viene eliminato con le normali depurazioni industriali realizzate prima della vendita.