Lombalgia: i fattori scatenanti e gli strumenti per la diagnosi
È bene ricordarsi sempre di consultare un medico per una diagnosi accurata e un piano di trattamento adeguato per il mal di schiena. Gli esami potranno variare a seconda della storia personale e delle condizioni specifiche del paziente.
Il mal di schiena è uno di quei dolori che non si limita a farti male: ti accompagna, ti disturba, ti logora pian piano. Non è solo un fastidio fisico, è una presenza costante che ti segue ovunque: quando cammini, quando stai seduto, perfino quando cerchi di riposare. A volte è un dolore acuto, che ti blocca e ti toglie il respiro; altre volte è più subdolo, sordo, persistente, ma comunque sufficiente a rovinarti la giornata.

Limita e condiziona i gesti più semplici
È frustrante perché limita i gesti più semplici: allacciarsi le scarpe, chinarsi, sollevare qualcosa, girarsi nel letto. E quel continuo doverci pensare, quella costante attenzione a “come ti muovi”, ti sfianca. Mentalmente, oltre che fisicamente.
Il mal di schiena, quando persiste, può diventare un limite invisibile che condiziona tutto: lavoro, sonno, umore, vita sociale.
È un dolore che ti costringe a rallentare, a fermarti, a cambiare abitudini. Ma forse proprio lì sta anche una parte della ‘lezione’: ascoltare il proprio corpo, capire i segnali che manda, e finalmente decidere di prendersene cura davvero.
La lombalgia
Il mal di schiena, comunemente conosciuto come lombalgia, può essere causato da un’ampia gamma di fattori, che comprendono problemi muscoloscheletrici, problemi nervosi, disordini interni e anche stili di vita specifici.
Leggi anche: Trapianto rivoluzionario salva una giovane di 21 anni: a Torino primo intervento al mondo con tecnica extra-anatomica
Le possibili cause
Ecco alcune delle possibili cause più comuni del mal di schiena.
Distensioni muscolari: solitamente provocati da movimenti improvvisi o da sovraccarico muscolare.
Problemi vertebrali: come ernie del disco, protrusioni o spondilolistesi.
Problemi nervosi: radicolopatie dovute a compressioni nervose, sciatica.
Osteoporosi: una malattia che indebolisce le ossa, aumentando il rischio di fratture vertebrali.
Stili di vita: sedentarietà, postura scorretta, obesità.
Disordini interni: malattie renali, infezioni, problemi gastrointestinali.
Esami medici e clinici ai quali sottoporsi
Per diagnosticare correttamente la causa del mal di schiena, è possibile sottoporsi a diversi esami.
Esami clinici
Anamnesi: raccolta della storia clinica del paziente per comprendere l’inizio e la natura del dolore.
Esame obiettivo: controllo della postura, della mobilità articolare e della forza muscolare.
Esami radiologici
Radiografia: utile per valutare l’integrità ossea, evidenziando problemi come fratture o alterazioni scheletriche.
Risonanza Magnetica (RM): fondamentale per visualizzare i dischi intervertebrali, i nervi e i tessuti molli.
Tomografia Computerizzata (CT): utilizzata per ottenere immagini dettagliate delle vertebre e dei tessuti circostanti.
Test fisici e di funzionalità
Test di Lasègue: utilizzato per verificare la presenza di sciatica o irritazione nervosa.
Test di Schober: valuta la flessibilità della colonna vertebrale.
Esami di laboratorio
Emocromo completo (Ematocrito): utile per escludere anemie o infezioni.
Esami biochimici: possono aiutare a identificare problemi renali o epatici che potrebbero influire.
Esami per valutare l’infiammazione: come VES (velocità di eritrosedimentazione) o PCR (proteina C-reattiva).
È bene ricordarsi sempre di consultare un medico per una diagnosi accurata e un piano di trattamento adeguato per il mal di schiena. Gli esami potranno variare a seconda della storia personale e delle condizioni specifiche del paziente.