Muore la madre ma medico costretto a stare in ospedale

È accaduto a Mussomeli, in Sicilia.

Davvero triste quanto accaduto a Mussomeli, in provincia di Caltanissetta.

Un medico, Saverio Sciarrino, nella foto, responsabile della Medicina e Lungodegenza dell’ospedale del posto, non ha potuto vegliare la madre morta perché nessuno poteva prendere il suo posto nella struttura.

La denuncia proviene da Lillo Polito, sindacalista della UIL: “Con sua madre morta da appena 24 ore e non ancora seppellita, il dott. Saverio Sciarrino, responsabile della Medicina e Lungodegenza, domenica ha dovuto coprire il turno in ospedale perché non c’era nessuno a sostituirlo. E lui, per spirito di servizio che va profondamente ammirato ed encomiato, non ha voluto lasciare senza assistenza gli ammalati, né tirarsi indietro di fronte alle urgenze“.

I sindacati, come si legge su RagusaNews.com, hanno aggiunto che “mai eravamo arrivati a tanto e l’Asp deve prendere gli opportuni provvedimenti perché non si può continuare a tamponare quella che è un’emorragia con ordini di servizi continui. Peraltro era stato assicurato nel corso dell’assemblea organizzata da questo sindacato lo scorso 29 maggio, che entro il 16 giugno due dottoresse sarebbero state assunte a tempo indeterminato per lavorare in Medicina, ma fino ad allora, da Caltanissetta avrebbero inviato qualcuno a dare una mano per coprire i turni. Così non è stato, non facendo seguire i fatti alle parole che ha comportato quello che è accaduto ieri, un fatto di una gravità inaudita. Ecco perché chiediamo all’Asp di inviare e subito a Mussomeli, i medici in organico alla nostra Medicina, perché non è tollerabile che per spirito di sacrificio non si possano piangere in pace neppure i propri morti“.

Ciò perché dall’1 luglio dello scorso anno sono soltanto due i medici che coprono i turni nel reparto di Medicina e Lungodegenza dell’ospedale siciliano.

Il medico, nonostante la morte della madre, “è stato chiamato in reparto ed ha dovuto coprire il turno, assicurando la sua presenza in ospedale a servizio degli ammalati. Certo avrebbe potuto anche rifiutarsi, visto il grave e fresco lutto che lo aveva colpito, ma come ben sa chi si occupa di ammalati, questo lavoro a volte, diventa una missione piuttosto che un servizio fine a se stesso. E così il medico ha assicurato il suo servizio. A riprova che la gravissima situazione sanitaria e la penuria di medici, più volte denunciata dai sindacati, è ben lungi dall’essere risolta“.

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