Mangia carne di maiale poco cotta, 18enne ucciso dall’infezione da tenia
Quando un giovane indiano ha cominciato ad avere degli attacchi, i dottori gli hanno scansionato il cervello e hanno trovato un’immagine cupa: c’erano cisti parassitarie, il risultato di una grave e mortale infezione da tenia.
Il 18enne è stato portato al Pronto Soccorso dopo aver avuto le cosiddette crisi tonico-cloniche, ovvero quando una persona perde conoscenza e subisce violente contrazioni muscolari.
Il ragazzo appariva confuso e si era gonfiato sopra l’occhio destro. I suoi genitori hanno raccontato ai medici che aveva anche avuto un dolore all’inguine per una settimana.
Una risonanza magnetica della sua testa ha mostrato numerose cisti nello strato esterno del suo cervello (corteccia cerebrale), così come nel suo tronco cerebrale, secondo il rapporto, pubblicato ieri – mercoledì 27 marzo – nel New England Journal of Medicine. Il 18enne aveva cisti nell’occhio destro e nei testicoli.
Al ragazzo, quindi, è stata diagnosticata una neurocysticercosis, una malattia parassitaria che si verifica quando una persona ingerisce uova microscopiche da una tenia del maiale (Taenia solium). Quando le uova si schiudono, le larve possono viaggiare in tutto il corpo, inclusi cervello, muscoli, pelle e occhi, dove formano le cisti.
Questa tenia è comune nei Paesi in via di sviluppo, compresi quelli dell’America Latina, dell’Africa o dell’Asia. La neurocisticosi è una delle cause più comuni di convulsioni in tutto il mondo.
La malattia può essere pericolosa per la vita e persino fatale. Il caso dell’uomo indiano è stato particolarmente grave. Il numero di cisti nel suo corpo ha significato che non poteva essere trattato con farmaci antiparassitari perché, in casi gravi come questi, possono peggiorare l’infiammazione nel cervello e negli occhi, portando al gonfiore del cervello e alla perdita della vista.
L’indiano è stato trattato con steroidi e farmaci antiepilettici, che sono trattamenti standard per la malattia. Sfortunatamente, i medici non sono riusciti a salvarlo e l’uomo è morto due settimane dopo.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la prevenzione delle infezioni da Taenia solium richiede una vasta gamma di interventi di sanità pubblica, compreso il miglioramento dei servizi igienico-sanitari, l’igiene personale e la sicurezza alimentare.