Mandorle italiane a rischio salmonella. L’allerta dell’UE
Ritirate dal mercato europeo.
Grazie al RASFF, il sistema di allerta rapido dell’Unione Europea, siamo protetti dai veleni nel cibo, uno strumento utilissimo, una rete europea di informazione che individua con precisione gli episodi a rischio lungo tutta la filiera con immediato ritiro dei lotti sospetti.
Questa settimana l’elenco dei prodotti italiani distribuiti all’estero oggetto di allerta grave comprende un solo caso: “Salmonella (presenza) in mandorle biologiche dall’Italia” distribuiti non solo in Italia ma anche ad altri paesi europei e in Asia, come Guernsey, Irlanda, Italia, Jersey, Qatar, Singapore e Regno Unito.
Ad allertare le autorità sanitarie dei diversi Paesi europei ed esteri circa la presenza di salmonella è stato il Regno Unito che ha prontamente attivato il RASFF, il Sistema rapido di allerta europeo, avvisando le autorità sanitarie italiane (Dettagli di notifica – 2018.2486 del 04.09.2018). I batteri appartenenti a questo genere sono responsabili della salmonellosi, una delle più frequenti malattie a trasmissione alimentare.
La Salmonella ha come habitat il tratto intestinale dell’uomo e degli animali e la sua presenza nell’ambiente è conseguente a contaminazione fecale. Si distinguono salmonelle adattate all’ospite, responsabili di tifo e paratifo nell’uomo, diffuse nei paesi in via di sviluppo, e salmonelle non ospite-specifiche che possono infettare l’uomo e gli L’infezione si trasmette principalmente per via oro-fecale. In Europa la principale via di contaminazione dell’uomo è rappresentata dal consumo di alimenti contaminati: in particolare carne di pollo, tacchino e maiale, molluschi bivalvi, semi germogliati pronti al consumo, uova e ovoprodotti, prodotti lattiero-caseari a base di latte crudo, frutta e verdura crude. Gli animali domestici quali cani, gatti, uccelli, roditori e rettili (iguane e tartarughe d’acqua) possono rappresentare, seppur raramente, una fonte di infezione per l’uomo. Possono variare dai semplici disturbi del tratto gastro-intestinale (dolori addominali, nausea, vomito, diarrea, febbre) fino a forme cliniche più gravi (batteriemie e infezioni extra intestinali) soprattutto nei bambini, anziani e nei soggetti immunodepressi. I sintomi della malattia si manifestano comunemente tra le 12 e le 36 ore dall’ingestione degli alimenti contaminati e si protraggono per 4-7 giorni.
Solitamente la malattia ha un decorso benigno e autolimitante. Sebbene il numero totale di infezioni sostenute dal genere Salmonella abbia subito un decremento nel corso degli ultimi anni, sia in Europa che in Italia, essa continua a rimanere l’agente di malattia trasmessa da alimenti più frequentemente isolato.
In Europa, nel 2016 il numero totale di casi confermati di salmonellosi è risultato pari a 99,020 (21,5 casi su 100.000 abitanti), diminuiti dell’8,8% rispetto al 2015, mentre nel nostro Paese è stato di 2,730 (4,5 casi su 100.000 abitanti).
Non è la prima volta, ricorda Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, associazione ormai punto di riferimento per la sicurezza alimentare in Italia, che viene segnalata la presenza di questo pericoloso batterio in prodotti alimentari e quindi dannosi per la salute. “Ecco perché è necessario mantenere sempre alta l’attenzione ed il sistema di allerta europeo, in questo senso, ci aiuta a segnalare tempestivamente i pericoli per i consumatori. Pertanto si raccomanda massima attenzione e di rispettare le basilari norme igieniche anche perché sino ad oggi il Ministero della Salute italiano non ha pubblicato sul suo nuovo portale dedicato alle allerte alimentari, qual è la marca ed il lotto del prodotto in questione“.