Malattia venosa cronica: sintomi, cause e diagnosi

La malattia venosa cronica è una condizione comune che coinvolge le vene safene, le grandi vene superficiali situate nelle gambe. Queste vene giocano un ruolo fondamentale nel ritorno del sangue al cuore, ma quando si verificano problemi di circolazione, possono sorgere complicazioni come le vene varicose e altre patologie venose. La malattia venosa cronica non è solo una questione estetica; può comportare disagi significativi e, se non trattata, portare a complicazioni più gravi.

Sintomi della malattia venosa cronica


I sintomi della malattia venosa cronica possono variare da lievi a gravi, e spesso peggiorano con il tempo se non trattati. Uno dei sintomi più comuni è la comparsa di vene varicose visibili, che si presentano come vene dilatate e tortuose sotto la pelle delle gambe. Queste vene possono essere bluastre o verdi e sono spesso accompagnate da una sensazione di pesantezza o stanchezza nelle gambe.

Un altro sintomo frequente è il gonfiore delle gambe, soprattutto nella zona delle caviglie e dei piedi. Questo gonfiore è generalmente più evidente alla fine della giornata o dopo periodi prolungati in piedi o seduti. Il gonfiore può essere accompagnato da dolore o disagio, rendendo difficile svolgere le normali attività quotidiane.

La sensazione di bruciore o prurito lungo il percorso delle vene colpite è un altro sintomo comune. Questo disagio può intensificarsi dopo periodi di inattività o durante la notte. In alcuni casi, possono comparire crampi notturni che disturbano il sonno e peggiorano la qualità della vita.

Infine, nelle fasi avanzate della malattia, possono svilupparsi ulcere venose sulla pelle, in particolare intorno alle caviglie. Queste ulcere sono ferite aperte che guariscono lentamente e possono essere dolorose e suscettibili alle infezioni. La comparsa di ulcere indica una grave compromissione del flusso sanguigno e richiede un intervento medico immediato.

Cause della malattia venosa cronica


Le cause della malattia venosa cronica sono molteplici e spesso interconnesse. Una delle principali cause è la predisposizione genetica. Se uno o entrambi i genitori soffrono di vene varicose o altre malattie venose, è probabile che anche i figli possano sviluppare problemi simili. La debolezza congenita delle pareti venose e delle valvole può portare alla dilatazione delle vene e al ristagno del sangue.

Un altro fattore di rischio significativo è lo stile di vita sedentario. L’inattività fisica può rallentare la circolazione sanguigna, favorendo l’accumulo di sangue nelle vene delle gambe. Al contrario, l’attività fisica regolare aiuta a mantenere una buona circolazione e a prevenire il ristagno di sangue.

L’obesità è un altro fattore che contribuisce allo sviluppo della malattia venosa cronica. Il peso eccessivo aumenta la pressione sulle vene delle gambe, rendendo più difficile il ritorno del sangue al cuore. Questo può portare a dilatazione venosa e insufficienza delle valvole.

Le condizioni di lavoro che richiedono di stare in piedi o seduti per lunghi periodi di tempo senza movimenti frequenti possono aumentare il rischio di sviluppare la malattia venosa cronica. L’immobilità prolungata può compromettere il flusso sanguigno e causare ristagni nelle vene delle gambe.

Infine, fattori ormonali possono influenzare la salute delle vene. Le donne sono più soggette alla malattia venosa cronica rispetto agli uomini, in parte a causa delle fluttuazioni ormonali durante la gravidanza, il ciclo mestruale e la menopausa. Gli ormoni femminili possono indebolire le pareti venose e contribuire alla formazione di vene varicose.

Diagnosi della malattia venosa cronica


La diagnosi della malattia venosa cronica inizia con una valutazione clinica dettagliata. Il medico esaminerà le gambe del paziente, valutando la presenza di vene varicose, gonfiore, cambiamenti della pelle e ulcere. Una storia clinica completa, inclusi i sintomi riportati e i fattori di rischio, aiuterà a determinare la gravità della condizione.

Un esame diagnostico fondamentale per la malattia venosa cronica è l’ecocolordoppler venoso. Questo esame non invasivo utilizza onde sonore per creare immagini delle vene e valutare il flusso sanguigno. L’ecocolordoppler può rilevare la presenza di reflusso venoso, occlusioni e altre anomalie che indicano problemi di circolazione. Questo esame fornisce informazioni dettagliate sulla struttura e la funzionalità delle vene safene e delle altre vene superficiali e profonde delle gambe.

In alcuni casi, può essere necessario eseguire un’angiografia venosa, un esame radiografico che utilizza un mezzo di contrasto per visualizzare le vene. Questo esame è utile per valutare le vene in modo più dettagliato e per pianificare eventuali interventi chirurgici o trattamenti specifici.

La valutazione funzionale delle vene, inclusi test come il test di Trendelenburg e il test di Perthes, può essere utilizzata per determinare la capacità delle vene di mantenere il flusso sanguigno corretto. Questi test aiutano a identificare la presenza di valvole venose danneggiate e a valutare la gravità del reflusso venoso.

Infine, una consulenza specialistica con un flebologo o un chirurgo vascolare è spesso necessaria per confermare la diagnosi e pianificare il trattamento. Gli specialisti possono fornire una valutazione approfondita e raccomandare le migliori opzioni terapeutiche basate sulle specifiche condizioni del paziente.

Trattamento e cura della malattia venosa cronica


Il trattamento della malattia venosa cronica varia in base alla gravità dei sintomi e alla presenza di complicazioni. Le opzioni di trattamento possono includere approcci conservativi e procedure minimamente invasive che possono essere preferite agli interventi chirurgici.

Ne costituisce un esempio il trattamento laser vena safena di Eufoton che permette di sostituire lo stripping. Si tratta di un trattamento della durata di circa 20-30 minuti che viene effettuato in anestesia locale e permette di ritornare velocemente alla vita di tutti i giorni.

Tra i vantaggi di questo tipo di trattamento, infatti, troviamo proprio la minore invasività e lo scaro dolore post operatorio, così come l’assenza di cicatrici.

Articoli correlati