L’olio di palma fa davvero male alla salute?
L’olio di palma fa davvero male alla salute? Sono tantissime le persone che, ogni giorno, si pongono questa domanda. Nulla di sorprendente dato che, negli ultimi anni, l’attenzione mediatica sul prodotto è stata altissima e i messaggi relativi alla sua sicurezza tutto che confortanti.
Da diverso tempo a questa parte, infatti, hanno iniziato a fare la loro comparsa sugli scaffali dei supermercati prodotti che ne sono privi, dai biscotti senza olio di palma ad altri alimenti.
In questo articolo, cercheremo di capire cosa c’è di vero nell’affermazione secondo la quale l’olio di palma fa male.
L’olio di palma è cancerogeno? Ecco cosa sapere
Prima di capire se l’olio di palma fa davvero male alla salute ricordiamo che, quando lo si nomina, si inquadra un olio non idrogenato di origine vegetale. Esistono per la precisione tre diverse tipologie di olio di palma:
- olio grezzo, ricavato dai frutti della palma e alimento ricco di acidi grassi;
- olio di palmisto, ricavato invece dai semi della sopra citata pianta;
- olio di palma raffinato, sottoposto a processi che portano alla perdita di tutti i preziosi antiossidanti presenti nell’olio grezzo.
Il terzo è quello più utilizzato nell’ambito dell’industria alimentare. Tra i suoi vantaggi è possibile citare la capacità di favorire la conservazione degli alimenti – essendo insapore non altera il loro gusto – prevenendo la formazione di muffa.
L’olio di palma aumenta il rischio di avere il cancro? Per rispondere a questa domanda dobbiamo fare un salto indietro nel tempo al 2016. In quell’anno, l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha reso pubblici i risultati di uno studio scientifico incentrato sui rischi per la salute causati dalla presenza negli alimenti di tre sostanze: 2-MCPD, 3-MCPD e glicidil esteri degli acidi grassi.
Le tre sostanze succitate, aventi effetti cancerogeni in vitro e a concentrazioni a dir poco elevate, sono presenti in numerosi grassi utilizzati nell’industria alimentare. Bisogna però tenere in considerazione due aspetti:
- affinché si formino, è necessario che il trattamento degli alimenti avvenga a una temperatura superiore ai 200°C, molto più alta rispetto a quella che, di norma, viene utilizzata nei processi di lavorazione dell’industria alimentare;
- le concentrazioni per le quali si può parlare di genotossicità sono davvero molto alte.
Fondamentale è sottolineare che, per quanto riguarda il rischio, tutto dipende dalle quantità di prodotto assunte. Da parte del comitato CONTAM, ossia il pool di esperti EFSA che si occupa di studiare i contaminanti della catena alimentare, è arrivato un invito a non abusare dell’olio di palma. Non sono state fornite indicazioni specifiche relative alle quantità oltre alle quali si parla di maggior probabilità di avere il cancro.
L’olio di palma è sostenibile?
C’è chi si chiede se l’olio di palma fa davvero male alla salute e chi, invece, si pone domande in merito alla sua sostenibilità ambientale. Nel corso degli anni, le associazioni ambientaliste hanno puntato il dito soprattutto sul sacrificio del patrimonio forestale per fare posto alle colture di palma.
Gli effetti negativi sulla biodiversità riguardano soprattutto Paesi come l’Indonesia, la Cambogia, la Malesia. Degno di nota è anche il fatto che, pur essendo redditizie dal punto di vista economico, le colture di olio di palma non rappresentano una soluzione per nutrire adeguatamente le popolazioni che vivono nei territori rurali di questi Paesi.
L’olio di palma è quindi pericoloso? Bisogna evitarlo? Come già accennato, il consiglio è più che altro quello di non abusarne e di introdurre nella propria dieta grassi polinsaturi, così da compensare l’alto contenuto di grassi saturi che caratterizza l’olio di palma.
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