Lingua blu in Sardegna: di cosa si tratta?
Sta suscitando grande preoccupazione l'allarme lingua blu. Conosciamo meglio questa malattia, comunque non contagiosa per l'uomo.
Sta suscitando particolare preoccupazione l’allarme lingua blu in Sardegna. L’epidemia che colpisce gli ovini ha già coinvolto oltre 10mila capi, dei quali più di mille sono deceduti.
Di cosa si tratta?
E’ una epidemia pericolosa per l’uomo? Cerchiamo di capirne di più.
La lingua blu o Blue tongue
Come si legge sul sito internet del ministero della Salute, la lingua blu o Blue tongue è una malattia infettiva dei ruminanti, non contagiosa per l’uomo, trasmessa da insetti vettori ematofagi (culicoidi) causata da un RNA virus della famiglia Reoviridae, genere Orbivirus, del quale si conoscono 27 diversi sierotipi.
Il ciclo biologico del BTV prevede la trasmissione da un animale ad un altro attraverso la puntura degli insetti vettori, la cui riproduzione e la successiva deposizione di uova avviene in habitat con caratteristiche specifiche, come ambienti fangosi, naturali (pozze piovane, margini di corsi d’acqua) e artificiali (campi irrigati, scoli di abbeveratoi). È questo l’ambiente preferito dal C. Imicola, il principale vettore del BTV in Italia.
Anche se tutte le specie di ruminanti sono esposte alla malattia, il virus colpisce prevalentemente gli ovini con una sintomatologia molto grave con febbre, scolo nasale ed edema della testa e congestione delle mucose della bocca. Nei casi più gravi la lingua, ingrossata e cianotica, fuoriesce dalla bocca, da qui il nome di lingua blu dato alla malattia. L’infezione è anche responsabile di malformazioni fetali e aborti e può portare a morte gli animali.
Il bovino, una volta infettato dall’insetto vettore, presenta una fase viremica molto lunga, fino a 60 giorni post infezione.
Diagnosi e profilassi
La diagnosi della malattia, che come già detto non si trasmette all’uomo, è effettuata tramite esami di laboratorio.
La sola terapia applicabile è di tipo sintomatico, cioè volta a risolvere o attenuare i sintomi causati dalla malattia.
L’unica profilassi attuabile consiste nella protezione degli animali (ad esempio in recinti dotati di zanzariere) e la limitazione delle movimentazioni degli animali provenienti da allevamenti o territori con accertata circolazione virale.
Non è la prima epidemia di questo tipo, presente anche in altri Paesi
Non è una malattia nuova e in Sardegna si presenta costantemente da anni ormai, ma a far preoccupare è però l’impennata di casi registrati non solo in Italia ma anche in altri Paesi europei come Paesi Bassi, Germania e Belgio.
Malattia endemica
La maggior parte dei focolai, che in totale sono oltre 1300, si trovano nel Sulcis e nel Nuorese.
La malattia della lingua blu in Sardegna è ormai considerata endemica, ovvero costantemente presente nel territorio.
Nell’isola sono stati individuati 5 sierotipi (SBT1, SBT2, SBT4, SBT8, SBT16), alcuni dei quali possiedono una patogenicità più elevata, cioè una capacità maggiore di provocare la malattia nell’animale contagiato.
Nella maggior parte dei casi non è stato ancora individuato il sierotipo.
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Sale l’indice di mortalità
“L’indice di mortalità è salito dallo 0,3 alle 0.5% e per fortuna rimane molto basso anche se questo dato è solo la punta dell’iceberg – ha sottolineato il 12 settembre Enrico Vacca, direttore del Servizio di Sanità Animale della Asl 5 -. Infatti i capi contagiati hanno sviluppato una sintomatologia severa e si sono verificati anche molti aborti. Dunque perdite importanti per gli allevatori”.
Vacca ha aggiunto: “Tutti casi riferiti al sierotipo 3. Ancora nessun contagio da sierotipo 8, contro il quale la nostra Asl ha attuato una vaccinazione a tappeto nelle greggi. Purtroppo invece il sierotipo 3 ha trovato un terreno vergine per la sua diffusione. Al momento esiste un vaccino per questo sierotipo, ma non ancora autorizzato dal ministero della Salute”.
Sono, invece, in regolare distribuzione i vaccini per i sierotipi 4 e 8 già da tempo acquisiti e nella disponibilità dell’Istituto Zooprofilattico della Sardegna.
Gli allevatori sono ovviamente molto preoccupati.
In Sardegna è stato istituito un tavolo interassessoriale che coinvolge le strutture tecniche e le associazioni di categoria anche nell’ottica di programmare interventi pluriennali per superare le croniche emergenze dovute a questa malattia.
La speranza è che possa essere affrontata con massive procedure di vaccinazione.
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