Lesioni osteocondrali. Sintomi, diagnosi e trattamento
Le lesioni o fratture osteocondrali sono quelle che riguardano il talo (o astragalo), ovvero l’osso che si articola superiormente con la tibia e il perone, inferiormente con il calcagno e anteriormente con il navicolare e che ha la funzione di trasmettere il peso del corpo sul piede.
Queste #lesionicartilaginee possono comprendere anche le lesioni cistiche nell’osso sottostante la cartilagine o la frattura degli strati delle cartilagini e delle ossa.
SINTOMI
Le lesioni osteocondrali si possono verificare dopo una singola lesione traumatica o come risultati traumi ripetuti. I sintomi comuni includono dolore prolungato, gonfiore e instabilità del giunto della caviglia.
Il dolore e il gonfiore, inoltre, dovrebbero diminuire in seguito ad azioni quali il riposo e l’elevazione del piede.
Nel caso in cui il dolore dovesse essere persistente, nonostante il trattamento appropriato, allora sarà necessario un ulteriore approfondimento medico.
CAUSE
La maggioranza delle lesioni osteocondrali si verificano dopo una lesione traumatica alla caviglia, come le distorsioni.
Come effetti, possono svilupparsi infezione, danneggiamento o lesione al talo.
DIAGNOSI
Le lesioni osteocondrali sono diagnosticate con una combinazione di studi clinici e speciali. L’ortopedico può avere il sospetto di essere in presenza di una tale lesione in seguito alla storia medica che si racconta. Comunque, sono necessari esami quali una scansione CT o una RM (Imaging a risonanza magnetica) per giungere a una corretta diagnosi.
TRATTAMENTO
Qualche tempo fa, soprattutto nei pazienti in età avanzata, in caso di lesione osteocondrale si consigliava essenzialmente l’impianto di una protesi per via della lentezza della rigenerazione dei tessuti e per l’assenza di un intervento alternativo.
Oggi, invece, si può ricorrere a un processo terapeutico che porta alla riparazione naturale della lesione da praticare presso dei centri specializzati.
In pratica, si ricorre al presidio biologico impiantato nella lesione al fine di stimolare la rigenerazione della cartilagine.
Tale presidio – idea ‘made in Italy‘ – è costituito da nanostrutture complesse, ovvero tessuti artificiali da inserire nella lesione articolare. Questi, poi, attirano le cellule staminali, sfruttando così la loro capacità di differenziarsi e produrre nuova cartilagine e nuovo osso sottostante.
Di conseguenza, il tessuto viene rigenerato e la lesione guarisce naturalmente.
Una volta concluso il presidio, poi, sarà necessario un processo riabilitativo così da condurre il paziente al recupero completo delle funzionalità di flessione ed estensione e delle capacità del movimento.
A sostegno di quanto appena scritto di seguito il video che racconta il caso clinico di una ballerina che, dopo un incidente automobilistico, ha subito la frattura al piatto tibiale con la perdita di quasi tutta la cartilagine. Il presidio biologico, però, ha permesso alla donna di recuperare la mobilità dell’arto fratturato: