L’agopuntura tra mito e scienza
L’INDAGINE SCIENTIFICA IN AGOPUNTURA
Ancora oggi l’agopuntura è avvolta da un’aura di esoterismo, tanto che la maggior parte dei profani continua a domandarsi: l’agopuntura funziona davvero? E poi com’è possibile che la semplice infissione di aghi possa curare molte patologie di carattere doloroso e non?
Del resto non è semplice ignorare il contesto in cui l’agopuntura nacque alcuni millenni fa, permeato di un pensiero di matrice filosofico-allegorica, un contesto che sembra così distante dall’attuale approccio scientifico. Oggi più che mai vi è quindi l’urgenza di spiegazioni semplici, scientificamente rigorose e comprensibili da tutti, in modo da andare oltre le teorie dei meridiani energici che, per quanto affascinanti, ostacolano il pieno riconoscimento della validità dell’agopuntura in svariati ambiti clinici.
EFFETTI SUL SISTEMA NERVOSO
Alla base delle potenzialità terapeutiche dell’agopuntura c’è soprattutto la sua capacità di interagire con il sistema nervoso, tanto che nei tessuti denervati – cioè privati delle strutture nervose – l’agopuntura non esercita alcun effetto. L’ago, quando viene infisso nei punti di agopuntura – che sono almeno 351 – induce un’eccitazione delle terminazioni nervose, producendo un segnale elettrico che si propaga lungo le fibre nervose in un tempo molto rapido dell’ordine di millisecondi.
Possiamo anche paragonare questo segnale ad un’informazione che viene trasmessa a speciali siti del corpo umano, dove essa viene poi elaborata, inducendo delle risposte biologiche. Il più noto effetto dell’agopuntura – quello analgesico o antalgico – è dovuto proprio al fatto che il segnale elettrico raggiunge delle stazioni speciali.
La prima stazione è localizzata a livello del midollo spinale, per l’esattezza nella sostanza gelatinosa di Rolando: qui avviene uno sbarramento degli impulsi dolorosi, che non riescono a raggiungere il cervello, meccanismo definito “gate -control system” [1]. Un’altra regione raggiunta dallo stimolo elettrico agopuntura-correlato è il mesencefalo: da qui ha origine un sistema discendente che va ad inibire gli impulsi dolorosi a livello del midollo spinale, neutralizzandoli prima che possano risalire verso il cervello [2].
La terza stazione è alla base del cervello, nel sistema ipotalamo-ipofisario, che sotto lo stimolo dell’agopuntura è in grado di produrre le endorfine [3], conosciute anche con il nome di oppioidi endogeni, che neutralizzano in modo molto efficace il dolore, con una potenza paragonabile a quella della morfina.
Infine il segnale elettrico generato dall’ agopuntura è in grado di pervenire ad altre aree del cervello, come il sistema limbico e la corteccia cerebrale, deputate all’elaborazione delle componenti emotive e affettive del dolore. Insomma, dal punto di agopuntura parte un’informazione che si propaga lungo tutto il sistema nervoso, modulandone le funzioni e inibendo ad ampio spettro i segnali dolorosi.
OLTRE L’EFFETTO ANTIDOLORIFICO
Lo spegnimento del dolore rappresenta tuttavia solo uno degli effetti dell’agopuntura. Come abbiamo descritto sopra, i segnali elettrici generati dall’agopuntura raggiungono il cuore del cervello, in particolare il cosiddetto sistema ipotalamo-ipofisario, influenzando la produzione degli ormoni.
Tra questi il più noto è certamente il cortisolo [4], che svolge una potente azione infiammatoria su tutti i tessuti del corpo umano. Ma anche l’ormone MSH è dotato di effetti clinici di rilievo, tra cui la modulazione del sistema immunitario. Attraverso l’agopuntura possiamo infatti influenzare favorevolmente l’immunità dell’individuo, incrementando la sua resistenza alle infezioni di qualsiasi natura [5].
L’azione sul cervello da parte dell’agopuntura è tanto profonda da risultare efficace persino nelle condizioni di ansia. A questo proposito, negli ultimi anni alcuni studi di Risonanza Magnetica Funzionale –una metodica che studia il funzionamento del cervello in vivo – hanno dimostrato che l’agopuntura è in grado di modulare i cosiddetti circuiti difensivi di sopravvivenza del cervello implicati nello scatenamento delle risposte d’ansia [6].
Gli effetti sul sistema nervoso vanno però oltre, contemplando la possibilità di riequilibrare i neurotrasmettitori cerebrali, come la serotonina, che sono coinvolti in svariati disturbi psichici quali la stessa ansia, la depressione e l’insonnia. Pure la correzione delle disfunzioni del sistema nervoso autonomo da parte dell’agopuntura gioca un ruolo di primo piano non solo nel trattamento dei disordini psicoemotivi che abbiamo citato, ma anche in patologie frequenti e invalidanti come il colon irritabile, le gastriti, l’asma, le palpitazioni, e più in generale tutte quelle condizioni note come somatizzazioni viscerali.
LO STRETTO LEGAME TRA SISTEMA NERVOSO E CIRCOLO SANGUIGNO
Il legame tra sistema nervoso e vasi sanguigni è molto stretto. In particolare, il sistema nervoso regola finemente la quantità di sangue che affluisce ai tessuti e agli organi del corpo umano attraverso il microcircolo, una fitta rete di vasi che penetra profondamente nei tessuti, nutrendoli e ossigenandoli.
Il sistema nervoso influenza non solo l’afflusso di sangue, ma anche il suo deflusso venoso, consentendo quindi un adeguato drenaggio delle scorie provenienti dai tessuti. Dall’equilibrio afflusso-deflusso dipende in sostanza la salute complessiva dei nostri organi: è intuitivo che la perdita di tale equilibrio può facilmente tradursi in alterazioni di carattere infiammatorio o degenerativo.
È stato dimostrato che l’agopuntura riesce a regolare il microcircolo, ed anche in questo caso l’effetto è mediato dal sistema nervoso. È così che l’agopuntura può migliorare l’ossigenazione e il trofismo dei tessuti, oltre a favorire il drenaggio delle sostanze tossiche.
A questo proposito, persino i tendini, che fisiologicamente sono poco vascolarizzati, possono essere irrobustiti dall’agopuntura: stimolando la rete nervosa che circonda i tendini, l’ago è infatti in grado di incrementare la circolazione del sangue al loro interno.
Nelle tendinopatie, oltre a ridurre il dolore e l’infiammazione, possiamo quindi ottenere anche un miglioramento della resistenza e dell’elasticità dei tendini proprio attraverso questo meccanismo di tipo neuro-vascolare [7].
Bibliografia
1. Melzack R., Wall P.D., Pain mechanisms: a new theory, “Science”, 1965; 150 (3699): 971-978
2. Fields H.L., Basbaum A.I., “Endogenous pain control mechanism”. In: Wall P.D., Melzack R. (a cura di) Textbook of pain. Edinburgh: Churchill Livingstone, 1989:206-220
3. Sjolund B., Terenius L., Eriksson M., Increased cerebrospinal fluid levels of endorphins after electroacupuncture, “Acta Physiol. Scand.”, 1977;100:382-384
4. Cheng R., Pomeranz B. et al., Electroacupuncture elevates blood cortisol levels in naive horses: sham treatment has no effect, “Int. J. Neurosci.”, 1980; 10:95-97
5. Sun Kwang Kim, Hyunsu Bae, Acupuncture and immune modulation, “Autonomic Neuroscience”, 2010 Oct 28; 157 (1-2):38-41
6. Fatiga G., Curare l’ansia con l’agopuntura, CEA-NOI, Milano 2017
7. Fatiga G., L’agopuntura e l’auricoloterapia nelle patologie dei tendini, NOI, Milano 2019