La variante Deltacron esiste davvero? Cosa sappiamo
Sabato scorso, 8 gennaio 2022, l’agenzia di stampa Bloomberg ha pubblicato una notizia che ha fatto velocemente il giro del mondo.
Leondios G. Kostrikis, biochimico cipriota e capo del Laboratorio di biotecnologia e virologia molecolare dell’Università di Cipro, ha scoperto una nuova variante del coronavirus, risultante dalla ricombinazione tra le varianti Delta e Omicron. Lo scienziato ha annunciato la sua scoperta, chiamata “Deltacron“, su Sigma TV durante un’intervista del 7 gennaio.
La variante Delta con le firme genetiche di Omicron
Il genoma del Deltacron sarebbe in gran parte simile a quello della variante Delta ma ha mutazioni specifiche per Omicron. Leondios Kostrikis e il suo team affermano di avere rilevato 25 casi di Deltacron. Le sequenze di quest’ultimo sono state trasmesse a GISAID dagli scienziati ciprioti, un database che raggruppa le sequenze delle varianti del coronavirus, ma Deltacron non fa ancora parte dell’elenco delle varianti elencate dal sito.
In effetti, la scoperta di Deltacron lascia molti scienziati scettici. Tom Peacock, virologo dell’Imperial College London, ha parlato su Twitter della questione. Per lui si tratta di un problema di contaminazione del campione in laboratorio piuttosto che un vero evento di ricombinazione.
Una variante che non esiste?
Leondios Kostrikis ha detto a Bloomberg il 9 gennaio 2022 che i 25 campioni non sono stati sequenziati contemporaneamente, il che, secondo lui, esclude qualsiasi errore tecnico.
Inoltre, non crede che Deltacron sia il risultato della ricombinazione tra Delta e Omicron in un paziente coinfettato con le due varianti ma piuttosto il risultato della naturale evoluzione di una variante più vecchia.
Quindi la variante Deltacron esiste davvero? Difficile dirlo solo da questi elementi. Per confermare l’esistenza di Deltacron, altre osservazioni simili devono essere fatte indipendentemente ripetutamente e in diversi laboratori.
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