La Scienza adesso sa il motivo per cui tu ami bere il caffè o il tè
La scienziata Marilyn Cornelis ha cercato le variazioni nei geni del gusto che potrebbero spiegare le preferenze sulle bevande e, quindi, le modalità per intervenire negli stili alimentari.
Con sorpresa della ricercatrice, lo studio sulla medicina nord-occidentale ha mostrato che le preferenze di gusto per le bevande amare o dolci non sono basate sulle variazioni nei geni del gusto ma piuttosto sui geni relativi alle proprietà psicoattive di queste bevande.
“La genetica alla base delle nostre preferenze è legata alle componenti psicoattive di queste bevande“, ha detto la dott.ssa Cornelis, professoressa di medicina preventiva presso la Northwestern University Feinberg School of Medicine (USA). “Alla gente piace il modo in cui il caffè e l’alcol le fanno sentire. Ecco perché le bevono, non è per il gusto“.
Lo studio è stato pubblicato il 2 maggio scorso sulla rivista Human Molecular Genetics.
La ricerca mette in evidenza le componenti per la scelta delle bevande e arricchisce la comprensione del legame tra la genetica e il consumo di bevande, nonché le potenziali barriere per intervenire nell’alimentazione delle persone.
Le bevande zuccherate sono associate a molte malattie e condizioni di salute.
L’assunzione di alcol, inoltre, è correlata a più di 200 malattie e causa circa il 6% dei decessi a livello globale.
La dott.ssa Cornelis ha trovato una variante in un gene, chiamato FTO, legato alle bevande zuccherate. Le persone con una variante del gene FTO – la stessa variante correlata al rischio minore di obesità – hanno preferito soprendentemente le bevande zuccherate.
“L’FTO – ha spiegato la ricercatrice – è un gene misterioso e non sappiamo esattamente in che modo sia collegato all’obesità e probabilmente ha un ruolo nel comportamento“.
I dettagli dello studio
Le bevande sono state classificate in un gruppo di degustazione amaro e un gruppo di degustazione dolce. L’amaro ha incluso il caffè, il tè, il succo di pompelmo, la birra, il vino rosso e il liquore. Il dolce, invece, ha riguardato le bevande zuccherate di per sé e quelle in maniera artificiale.
L’assunzione delle bevande è stata documentata utilizzando richiami o questionari dietetici di 24 ore. Gli scienziati hanno contato il numero delle consumazioni delle porzioni di queste bevande amare e dolci da parte di circa 336.000 individui nella Biobanca britannica. Poi, hanno fatto uno studio sull’associazione genome-wide sul consumo di bevande amare e sul consumo di bevande dolci. Infine, hanno cercato di replicare le loro scoperte chiave in tre coorti degli Stati Uniti.