La depressione: dai sintomi alla cura
Il termine “depressione”, al giorno d’oggi, viene utilizzato molto spesso a sproposito: non poche persone lo adoperano come un semplice sinonimo della malinconia o in generale di uno stato d’animo negativo.
In realtà, quella di cui parliamo è una vera e propria patologia. Ne risentono diverse sfere, non solo quella emotiva ma anche quella affettiva e razionale: si viene colti dal senso di colpa e di inadeguatezza, si hanno difficoltà di concentrazione, si perde qualunque piacere ed entusiasmo nei confronti degli hobby, delle uscite con gli amici, delle relazioni sociali.
Abbiamo rivolto qualche domanda in merito alla Dott.ssa Silvia Parisi, psicologa, psicoterapeuta e sessuologa, per approfondire i sintomi e le cause della depressione. È stato molto utile, per noi, discutere di un argomento tanto delicato con una professionista del settore, che tra l’altro si occupa sia di questa malattia sia dei disturbi dell’umore e di quelli ossessivo-compulsivi, dell’ansia, delle problematiche alimentari e delle dipendenze.
La Dott.ssa Parisi ha uno studio a Torino, ma effettua anche consulenze online e conduce una serie di rubriche radiofoniche a tema psicologico. Si serve di tecniche come la psicoterapia cognitivo-comportamentale, l’E.M.D.R. e la mindfulness per offrire tutto il supporto possibile ai propri pazienti.
Come si manifesta la depressione?
Bisogna precisare, innanzitutto, che la sintomatologia della depressione varia a seconda della situazione e del singolo individuo.
Tuttavia numerose avvisaglie sono abbastanza comuni, e alcune di esse nell’immaginario collettivo non sono nemmeno riconducibili immediatamente a questa condizione (come l’astenia, il calo del desiderio sessuale e il nervosismo). Nel complesso si è soggetti a un flusso continuo di pensieri negativi, si tende ad autosvalutarsi e a rimuginare sugli errori – anche insignificanti – del passato.
Chi soffre di depressione mostra una radicata tristezza, che si prova sin dal momento del risveglio. Sperimenta una fatica costante, pur dovendo svolgere compiti facili, e non ha voglia di dedicarsi a hobby che prima riteneva divertenti. I rapporti umani vengono messi da parte, si è orientati alla solitudine e all’isolamento.
In tali circostanze potrebbe diminuire il rendimento sul lavoro, dato che la capacità di organizzazione e di attenzione è molto ridotta. Ciò, chiaramente, non fa altro che accentuare la frustrazione e il disprezzo nei confronti di sé stessi. Diventano più rilevanti gli atteggiamenti pessimistici, nonché la propensione a fraintendere i comportamenti degli altri.
Vi sono anche dei sintomi prettamente fisici?
I pazienti colpiti dalla depressione, come già detto, possono andare incontro a una mancanza di forze e di energia, che ha conseguenze deleterie sugli impegni quotidiani. Il malessere fisico è generalizzato e anche piuttosto arduo da definire, proprio perché è percepito come una specie di stanchezza cronica.
Talvolta si presentano mal di testa, tachicardia e dolori muscolari. In qualche caso la depressione si accompagna a un’infiammazione dell’apparato digerente, ovviamente di natura psicosomatica. Potrebbero verificarsi disturbi del sonno, ad esempio i frequenti risvegli durante la notte oppure l’abitudine di dormire troppo.
Di solito da cosa è provocata la depressione?
I fattori all’origine della depressione sono, in linea di massima, psicologici, sociali e biologici. Spesso l’insorgere della patologia è determinato da un evento traumatico o comunque molto stressante: un cambiamento marcato e repentino, un trasloco indesiderato, un lutto, un incidente, la malattia di un familiare o di un’altra persona cara.
Capita di incorrere nella depressione se si subisce una separazione, un avvenimento negativo connesso alla carriera e così via. Un’esperienza che per alcuni è priva di importanza per altri può essere terribile, soprattutto se vi sono episodi pregressi che già hanno minato la sicurezza e l’equilibrio interiore dell’individuo.
Anche l’elemento biologico ha un ruolo fondamentale. Con questa espressione si intendono le alterazioni ormonali e neurotrasmettitoriali: per esempio quelle che riguardano la produzione di dopamina e serotonina. Infine, non dobbiamo dimenticare l’intervento della genetica – dato che, stando alle ricerche più recenti, la predisposizione alla depressione può essere ereditata dai genitori.
Come può essere utile la psicoterapia per la cura della depressione?
La psicoterapia è in effetti indispensabile per intraprendere un percorso di guarigione. Ci si muove essenzialmente su due fronti: si tenta di eliminare le riflessioni autolesionistiche tramite la terapia cognitivo-comportamentale, e al tempo stesso si pongono le basi per la costruzione di abilità utili contro le difficoltà di ogni giorno.
In un certo qual modo, l’obiettivo è “distruggere” il vecchio per far posto al nuovo. Il terapeuta aiuta il paziente a trovare dei metodi per risolvere i problemi, a elaborare strategie di azione. È necessario che chi soffre di depressione assuma atteggiamenti più funzionali e razionali, per fortificare la propria psiche e non lasciarsi bloccare da eventuali ostacoli.
Questo tipo di cura non si concentra tanto sul passato, sulle ragioni che hanno condotto alla depressione, quanto sul presente: qual è la soluzione per imprimere un miglioramento alla mia vita? Naturalmente lo psicoterapeuta non possiede la risposta definitiva a questa domanda, ma collabora con il proprio paziente per individuarla.