Incontinenza fecale: cause, sintomi e trattamento

Nonostante sia un problema di salute frequente, l'incontinenza fecale è meno conosciuta dell'incontinenza urinaria.

L’incontinenza fecale è una condizione complessa che può avere un impatto significativo sulla vita quotidiana. Una diagnosi precoce e un trattamento personalizzato sono fondamentali per migliorare la gestione della condizione e restituire al paziente una migliore qualità della vita. Se si manifestano sintomi, è essenziale consultare uno specialista per una valutazione approfondita.

Cos’è

Nonostante sia un problema di salute frequente, l’incontinenza fecale è meno conosciuta dell’incontinenza urinaria.

È definibile come la perdita incontrollata di feci e/o gas intestinali in una situazione inappropriata (ovvero qualsiasi situazione in cui non è socialmente accettabile evacuare). L’incontinenza fecale – a volte chiamata incontinenza anale – può verificarsi a tutte le età, anche se spesso ha un’origine diversa a seconda dell’età. L’incontinenza fecale può essere occasionale, transitoria o diventare cronica.

C’è una correlazione con l’incontinenza urinaria?

Come si legge su Santé sur le Net, che ha dedicato all’argomento un dettagliato articolo, l’incontinenza fecale e l’incontinenza urinaria possono essere collegate in alcune situazioni, ma queste due forme di incontinenza possono verificarsi anche indipendentemente.

Nei neonati l’incontinenza fecale è fisiologica poiché nei primi mesi di vita il bambino non controlla i propri sfinteri. Con l’acquisizione della pulizia, il bambino diventa continente, cioè controlla le sue emissioni di urina e feci. A volte, in determinati contesti, spesso psicologici, il bambino può presentare incontinenza urinaria – chiamata enuresi – e/o incontinenza fecale, chiamata encopresi. Nei bambini come negli adulti, l’incontinenza fecale è anomala e deve quindi portare alla ricerca della sua causa. È percepita come una situazione degradante, invalidante e stigmatizzante.

Può variare da episodi occasionali a una perdita cronica e continua.

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Le cause

Le cause dell’incontinenza fecale sono molteplici e possono includere:

Danno ai muscoli dello sfintere anale: lesioni o debolezza dei muscoli dello sfintere anale, spesso causate da traumi, interventi chirurgici o parto vaginale.

Problemi neurologici: malattie come il diabete, la sclerosi multipla, il morbo di Parkinson o lesioni spinali possono compromettere il controllo nervoso dell’intestino.

Diarrea cronica o stipsi grave: la diarrea può rendere difficile trattenere le feci, mentre la stipsi grave può causare ostruzioni che danneggiano i nervi e i muscoli.

Prolasso rettale o rettocelo: queste condizioni possono alterare la normale funzione del retto e dell’ano.

Età avanzata: con l’invecchiamento, i muscoli e i nervi del pavimento pelvico possono indebolirsi, aumentando il rischio di incontinenza.

Compromissione cognitiva: condizioni come la demenza possono interferire con la capacità di riconoscere o rispondere agli stimoli di evacuazione.

La diagnosi

Sebbene sia un tema delicato e poco discusso, è fondamentale riconoscerne l’importanza diagnostica per affrontarla in modo efficace. La cosa più importante da fare è rivolgersi al proprio medico curante che sarà in grado di stabilire la causa dell’incontinenza fecale.

In particolare effettua un esame clinico completo: un esame proctologico, con esame rettale; un esame neurologico; nelle donne, una visita ginecologica.

A seconda del contesto, il medico può prescrivere ulteriori esami per valutare e ricercare la causa dell’incontinenza fecale, tra questi: la manometria anorettale che permette di misurare la pressione anale e valutare così l’efficacia dello sfintere anale; l’ecografia endoanale che consente di esplorare l’anatomia della regione anale ed evidenziare un’eventuale anomalia; esplorazioni neurofisiologiche per la ricerca di una causa neurologica.

La ricerca della causa è essenziale al medico per prescrivere un trattamento adeguato.

I trattamenti possibili

Il successo del trattamento dipende molto dalla causa e dalla gravità dell’incontinenza fecale.

Si comincia con una alimentazione sana ed equilibrata, con sufficiente apporto di fibre, che possa regolare e normalizzare il transito intestinale.

Per limitare l’emissione incontrollata di gas, alcuni alimenti – che favoriscono il gonfiore – devono essere evitati o limitati. Se necessario, possono essere prescritti farmaci per regolare il transito (lassativi ad esempio) o consentire la regolare emissione delle feci. Il medico indica inoltre ai pazienti le regole da seguire per una buona igiene defecatoria.

Allo stesso tempo è importante tonificare il perineo e la regione anale. Possono essere raccomandati esercizi per contrarre volontariamente l’ano. Talvolta è necessaria la riabilitazione del perineo e dello sfintere anale, che prevede sedute di fisioterapia.

Nelle forme più avanzate e gravi, ai pazienti può essere consigliato l’intervento chirurgico.

Le tecniche disponibili al momento sono volte a migliorare la funzione anale senza modificare l’anatomia; oppure finalizzate a sostituire uno sfintere anale difettoso.

Infine, quando nessun trattamento è in grado di controllare l’incontinenza fecale e questa ha un forte impatto sulla qualità della vita, si può prendere in considerazione una stomia permanente.

Si tratta di una procedura chirurgica che crea un’apertura artificiale (stomia) sul corpo per consentire il passaggio di materiale fecale o urinario, quando il normale percorso attraverso l’intestino o la vescica non è più possibile o consigliabile.

La stomia richiede l’uso di una sacca o di altri dispositivi per raccogliere le feci o l’urina.

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