Dado da cucina: fa male o no? E come sostituirlo?
Era il 1850 quando il barone von Liebig cambiava per sempre la storia della cucina inventava un concentrato di carne e verdure che, nel corso del tempo, sarebbe diventato noto con il semplice nome di ‘dado’ o con l’espressione ‘dado da brodo’.
Negli ultimi anni, quando lo si nomina, si tende spesso a sconsigliarne l’utilizzo. Ma il dado da cucina fa davvero male? Nelle prossime righe, cercheremo di rispondere assieme a questo interrogativo.
Il glutammato fa male?
Quando ci si chiede se il dado da cucina fa male o meno, il pensiero corre subito al glutammato monosodico, principale ingrediente del celebre concentrato. Il sale di sodio dell’acido glutammico, il cui sapore è stato battezzato umami, termine traducibile con “sapido”, è considerato da esperti autorevoli, come per esempio quelli dell’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), assolutamente sicuro.
Ricordiamo a tal proposito che gli studi condotti fino ad ora, che necessitano comunque di ulteriori approfondimenti, non hanno evidenziato livelli preoccupanti di neurotossicità.
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Altre informazioni
Soffermarsi sui rischi per la salute derivanti dal consumo di dado da cucina significa, per forza di cose, chiamare in causa il contenuto di sale. Per dare qualche numero in merito, ricordiamo che ci si aggira attorno ai 5,5 grammi di sale per singolo dado.
Alla luce di ciò, una porzione di brodo – 250 ml – fornisce all’organismo più della metà del sodio raccomandato quotidiamente. Se si considera che gli alimenti che lo contengono sono tantissimi e di frequente consumo – p.e. i crackers – è facile capire che, nei casi in cui è necessario tenere sotto controllo la pressione arteriosa, il dado granulare non sia il massimo.
Proseguendo con le informazioni in merito ai rischi e ai benefici del dado da cucina è essenziale aprire anche la parentesi dei grassi. In questo caso è opportuno sfatare un mito. Sono infatti tante le persone che, quando pensano al dado da cucina, puntano subito il dito sull’eccessivo contenuto di grassi.
La quantità di lipidi, se si confrontano i dadi oggi in commercio con quelli di qualche decennio fa, è notevolmente diminuita. In linea di massima, si tratta soprattutto di grassi di origine vegetale. Quelli idrogenati, notoriamente dannosi per il cuore, non vengono praticamente più utilizzati.
Conclusioni
Come abbiamo appena visto, la risposta alla domanda “il dado da cucina fa male?” è un sonoro “dipende”. Di sicuro ci sono numerosi luoghi comuni su questo concentrato ed è bene fare chiarezza. Ricordiamo infine che, se si ha intenzione di insaporire in maniera efficace i propri piatti e di stare tranquilli per quanto riguarda la salute, il dado vegetale è un’ottima scelta (per prepararlo bastano verdure pulite e tagliate, sale e olio).
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