Il digiuno intermittente fa davvero bene al corpo? Come stanno le cose
Il digiuno intermittente: una pratica alimentare sempre più popolare: un'alternativa salutare alla dieta tradizionale?
Il digiuno intermittente è una pratica alimentare che consiste nell’alternare periodi di digiuno con periodi di alimentazione. Questo approccio ha guadagnato popolarità negli ultimi anni grazie alla sua presunta efficacia per la perdita di peso e per migliorare la salute generale del corpo.
Le persone con il diabete o l’anoressia non dovrebbero praticarlo senza prima consultare il proprio medico. Inoltre, è importante adottare un approccio graduale iniziando con sessioni più brevi e aumentando strada facendo la durata seguendo un piano alimentare equilibrato.
Alcuni dei più comuni metodi includono il digiuno a giorni alterni, per 16 ore al giorno e poi per 24 ore una o due volte alla settimana: se scegli di non mangiare per 16 ore al giorno, potresti scegliere la tua ultima cena alle 20 e la prima colazione alle 12 del giorno successivo.
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Perdita di peso
Uno dei principali vantaggi del digiuno intermittente è che può aiutare nella perdita di peso. Funziona limitando l’assunzione di calorie e obbligando il corpo a bruciare i grassi accumulati per produrre energia: aumentando così il metabolismo a riposo. Tuttavia, è importante notare che sarebbe bene combinare il digiuno intermittente con l’esercizio fisico regolare per ottenere i migliori risultati. Le ricerche hanno dimostrato che il digiuno intermittente può aiutare a ridurre i livelli di colesterolo cattivo (LDL) e di trigliceridi, che sono fattori di rischio per le malattie cardiache. Inoltre può ridurre la pressione sanguigna e il rischio di sviluppare diabete di tipo 2.
Quali miglioramenti può portare?
Il digiuno intermittente può avere effetti positivi sulla salute cerebrale. Gli ultimi studi mostrano un deciso aumento della funzione cognitiva e abbassano il rischio di sviluppare malattie neurodegenerative come l’Alzheimer. In sostanza viene meno lo stress ossidativo, che può danneggiare le cellule cerebrali. In questo senso il digiuno intermittente può essere un valido supporto per proteggere le cellule dai danni ossidativi e ridurre l’infiammazione, che sono due fattori che contribuiscono all’invecchiamento, con la produzione di una proteina chiamata SIRT1, che è associata alla longevità.
Lo schema della dieta a intermittenza
Esistono diversi schemi di digiuno intermittente, ognuno con le proprie caratteristiche e modalità di attuazione. Di seguito sono riportati alcuni degli schemi più comuni:
- 16/8: Questo schema prevede un digiuno quotidiano di 16 ore, seguito da un periodo di alimentazione di 8 ore. Ad esempio, si potrebbe digiunare dalle 20:00 alle 12:00 del giorno successivo, e consumare tutti i pasti e gli spuntini nell’arco delle 8 ore restanti.
- Digiuno alternato: In questo schema, si alterna tra giorni di digiuno completo e giorni di alimentazione normale. Nei giorni di digiuno, si limita l’assunzione calorica a poche centinaia di calorie o si consumano solo bevande senza calorie.
- 5:2: Questo schema prevede di consumare una quantità normale di cibo per 5 giorni alla settimana, mentre per gli altri 2 giorni si limita l’assunzione calorica a circa 500-600 calorie al giorno.
- Digiuno in giorni non consecutivi: Questo schema prevede di selezionare alcuni giorni non consecutivi della settimana in cui si pratica il digiuno, mentre negli altri giorni si mangia normalmente.
È importante sottolineare che la dieta a digiuno intermittente non riguarda solo il periodo di alimentazione, ma anche la scelta di cibi nutrienti e bilanciati durante i pasti. È fondamentale assumere abbastanza proteine, fibre, vitamine e minerali per soddisfare le esigenze nutrizionali del corpo.
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