I benefici del CBD secondo la scienza
Gli studi sul CBD (cannabidiolo) portano a galla sempre maggiori conferme sulle sue proprietà terapeutiche a detta dei suoi sostenitori.
Il CBD, sigla comunemente utilizzata per etichettare il cannabidiolo, è uno tra i principi attivi più rilevanti e presenti nella composizione chimica della pianta di cannabis. Sono sempre oggetto di discussione e studio i suoi possibili effetti benefici e parecchi studiosi si dichiarano favorevoli a intraprendere ricerche su di essi.
In virtù di tali teorie le varietà di cannabis CBD (cioè a composizione maggiore di cannabidiolo e con percentuale minima di THC), come la canapa light di Justbob, vengono accostate da alcuni all’etichetta di cannabis terapeutica, scatenando naturalmente polemiche da parte degli scienziati di opinione differente, che tengono ad evidenziare una sostanziale differenza tra cannabis light e cannabis terapeutica.
Ma cerchiamo di capire cos’è il Cbd e in cosa si differenzia dal THC.
Cos’è esattamente il CBD.
Il CBD o cannabidiolo che dir si voglia, è una tra le più di 80 sostanze cannabinoidi presenti nella pianta della canapa. Essa ha quasi sempre una percentuale minore rispetto al THC (delta-9-tetraidrocannabinolo), sostanza psicotropa e pertanto illegale in Italia e in tanti altri Paesi, ma in alcuni ceppi di marijuana può avere una parte dominante nella composizione chimica.
In queste varietà di canapa sativa, appartenente alla famiglia delle cannabaceae, il CBD (classificato in UE come prodotto alimentare) svolge con incidenza massima il suo ruolo di inibitore degli effetti e dell’azione del THC, a differenza del quale è meno soggetto all’ossidazione ed è molto più stabile, senza contare la minima quantità di effetti collaterali.
Secondo alcuni scienziati gli antichi utilizzavano la cannabis a scopo terapeutico ignorandone però qualsiasi dettaglio scientifico. Questi dettagli sono ciò che diversi studi hanno l’obbiettivo di palesare all’opinione pubblica, non senza polemiche e contradditori. Il fine ultimo dichiarato dai sostenitori della ricerca sul cannabidiolo è quello di dimostrare scientificamente e universalmente gli effetti benefici per la salute e il trattamento di alcuni stati patologici.
Vediamo dunque alcune teorie emerse in seguito a diverse ricerche sul CBD e alle sue proprietà terapeutiche.
I benefici del CBD secondo alcuni scienziati.
A detta di diversi scienziati, secondo le ricerche da essi condotte, ci sarebbe una particolare capacità innata nel cervello umano di interagire con sostanze affini a quelle presenti nella canapa, in quanto sostanze simili vengono rilasciate dalle cellule stesse in situazioni in cui si prova piacere.
Si tratta del sistema endocannabinoide, che citando wikipedia, è un sistema biologico composto da endocannabinoidi, che sono neurotrasmettitori retrogradi endogeni a base di lipidi che si legano ai recettori dei cannabinoidi, e proteine dei recettori dei cannabinoidi che sono espressi in tutto il sistema nervoso centrale e periferico.
Il rilascio di queste sostanze, secondo alcune teorie, determinerebbe svariati effetti positivi sulla salute, come ad esempio la stimolazione del sistema immunitario, un senso di rilassatezza, un’agevolazione del processo digestivo e una migliore assimilazione delle sostanze nutritive.
In base a diversi studi, alcuni dei quali son stati citati in diverse pubblicazioni autorevoli circa l’argomento, come ad esempio quello pubblicato dal Dottor Peter Grinspoon sul sito della Harvard Medical School, alcuni degli effetti benefici del CBD sarebbero:
- anticonvulsivo, in prevenzione a spasmi e convulsioni;
- analgesico e antinfiammatorio, in contrasto a processi infiammatori e al dolore;
- antiossidante, in grado di contrastare i radicali liberi, la psoriasi e l’acne;
- ansiolitico, poiché riduce depressione e ansia;
- antipsicotico, per la sua proprietà sedativa;
- antiemetico e anti-procinetico, poiché agisce su nausea, vomito e disturbi dell’attività intestinale.
CBD a scopo terapeutico: ecco alcuni esempi.
Gli scienziati che sposano l’uso del CBD nella terapia di alcune patologie, facendo leva sui benefici riscontrati in seguito a ricerche e statistiche, affermano che i campi di impiego sono potenzialmente tanti.
Uno di questi sarebbe relativo al trattamento dei soggetti ansiosi. L’ansia è un disturbo che interessa un numero sempre maggiore di persone di tutte le età e classe sociale, e a giudicare dall’opinione di alcuni studiosi un trattamento a base di CBD potrebbe fornire un aiuto considerevole ad attenuarne i sintomi, senza particolari effetti collaterali e senza creare dipendenza (quest’ultimo aspetto trova conferme in un rapporto dell’Oms).
Anche per coloro che soffrono di epilessia in alcuni casi l’assunzione del cannabidiolo potrebbe costituire una valida cura, in quanto in base ad una ricerca sviluppata con l’autorizzazione dell’Aifa questo approccio terapeutico potrebbe diminuire gli episodi di crisi fino al 50% facendo riferimento ai risultati ottenuti e comunicati dalla Lice (Lega italiana contro l’epilessia).
A prescindere da qualsiasi esempio in ogni caso, la ricerca in tema di utilizzo a scopo terapeutico del CBD è in continuo aggiornamento e non di rado si sente parlare di nuovi progetti. Quindi il numero di persone che si impegnano per accumulare più materiale e prove a conferma di una validità scientifica di questi studi è in costante aumento.
L’auspicio è che in questo come in altri settori, non venga mai meno lo spirito pionieristico e la sete di conoscenza, finalizzate sempre a migliorare la vita dell’uomo.