Dalla Germania materassi “avvelenati”: sostanza chimica cancerogena
Una nuova allerta sta emergendo e per adesso non è ancora chiaro quali possano essere le conseguenze per i consumatori europei e per i loro sonni.
Stando a quanto riportato dal quotidiano tedesco Spiegel sarebbero, infatti, migliaia i materassi finiti sul mercato che presentano problemi di tossicità.
Per adesso oltre alla Germania da dove sarebbe partito il problema, anche in Svizzera è stata espressa preoccupazione mentre in Italia ancora non si hanno notizie in merito.
A causa di un errore di sintesi negli stabilimenti della tedesca Basf, una delle più grandi compagnie chimiche al mondo, un composto chimico basilare per la produzione dei materassi, il diisocianato di toluene (Tdi), presentava una concentrazione troppo elevata di diclorobenzene.
La sostanza, incolore e inodore, è nota come cancerogena.
Il danno che riguarderebbe 7.500 tonnellate di prodotto sarebbe «enorme», per quanto evidenziato dal celebre quotidiano tedesco. Peraltro, la quantità esatta di materassi contaminati non è ancora chiara.
Dalla parte delle aziende elvetiche, per esempio, risulta esserci stata un’immediata reazione preventiva. Alcune case produttrici avrebbero ammesso che teoricamente potrebbero sussistere conseguenze per la salute e a scopo precauzionale hanno deciso di fermare la produzione.
Stando a quanto comunicato da Basf le aziende interessate fra Europa, Medio Oriente e Africa sarebbero una cinquantina.
Il problema, rileva Giovanni D’Agata, presidente dello Sportello dei Diritti, è che in Italia ancora non si sia parlato di questa possibile nuova emergenza ed è necessario che le autorità sanitarie facciano le più immediate e approfondite indagini per verificare se anche aziende italiane produttrici o venditrici di materassi siano interessate dal rischio già evidenziato dalla stessa casa produttrice Basf.
Ecco perché ci rivolgiamo direttamente al Ministero della Salute per effettuare con urgenza i più opportuni controlli per informare e rassicurare la cittadinanza.