Ernia inguinale: quando preoccuparsi?
I segnali da non trascurare e cosa aspettarsi dopo l'intervento.
Quando preoccuparsi in caso di ernia inguinale? Se ti stai facendo questa domanda, l’articolo che puoi leggere nelle prossime righe fa per te. Come sempre, dato che questo non è un portale medico, ti invitiamo a contattare il tuo medico curante qualora dovessi avvertire dei sintomi che ti creano dubbi.
Cos’è l’ernia inguinale
Prima di capire quando preoccuparsi in caso di ernia inguinale, è bene avere le idee chiare in merito a che cosa sia. Come evidenziato dagli esperti dell’ISS (Istituto Superiore di Sanità), l‘ernia inguinale è una condizione che si contraddistingue per la fuoriuscita di parte dell’intestino – generalmente si tratta dell’ultima parte dell’intestino tenue – dalla parete addominale attraverso un foro scientificamente noto come porta erniaria.
La condizione in questione, in alcuni casi presente fin dalla nascita, può essere causata o peggiorata da fattori come la sedentarietà, l’aumento di peso eccessivo in gravidanza, il sovrappeso o l’obesità. A provocare l’ernia inguinale possono contribuire anche condizioni come la stipsi o la tosse cronica. Chiarita questa doverosa premessa, vediamo, nelle prossime righe, i casi in cui la condizione a cui è dedicato questo articolo dovrebbe mettere in allarme.
Ernia inguinale: cosa sapere sulle complicanze
Nel momento in cui l’ernia inguinale crea eccessivo fastidio, si ricorre a un intervento chirurgico oggi di routine. Si tratta, per la precisione, di un’operazione di riposizionamento dell’intestino che fuoriesce dalla porta erniaria. Chi si sottopone a questo atto chirurgico, dovrebbe mettersi nell’ottica del fatto che, nel 10% circa dei casi, l’ernia può ripresentarsi con una recidiva anche diversi anni dopo.
Dopo l’intervento, inoltre, è possibile avere a che fare con edemi e rigonfiamenti localizzati alla base del pene (si parla chiaramente di una conseguenza che si palesa nei pazienti di sesso maschile). Da non dimenticare sono anche i casi di intorpidimento a livello inguinale e i danni, estremamente rari, ai dotti deferenti.
Chiaro è che, quando si parla di intervento per la risoluzione dell’ernia inguinale, non è necessario preoccuparsi. Come già accennato, si tratta di un’operazione chirurgica di routine che comporta complicanze poco frequenti.
Prima ancora dell’operazione, però, c’è il momento in cui la persona che è coinvolta dal problema chiama il medico. Quando è il caso di farlo? Scopriamolo nel prossimo paragrafo.
Ernia inguinale: quando chiamare il medico?
Chi soffre di ernia inguinale, dovrebbe mettersi in allarme e chiamare il medico nel momento in cui dovessero insorgere sintomi come febbre, ritenzione urinaria, dolore addominale che non accenna a passare. Altri segnali preoccupanti associati a una condizione di ernia inguinale sono la presenza di tracce di pus o di siero, così come le difficoltà respiratorie e il vomito.
In quali casi lo specialista opta per il sopra menzionato intervento chirurgico? Sempre. La chirurgia, infatti, è attualmente l’alternativa di riferimento per la risoluzione dell’ernia inguinale. L’unica cosa che cambia quando la si chiama in causa sono i tempi. L’intervento può infatti essere posticipato a seconda della severità dei sintomi. Se non compromettono eccessivamente la quotidianità di chi ha a che fare con il problema, la chirurgia può essere posticipata anche di diversi mesi.
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