Endometriosi: cos’è, sintomi, cura e diritto all’esenzione
Sono 3 mila donne in Italia a soffrire di endometriosi, 150 milioni in tutto il mondo. Nonostante la sua diffusione, è difficile parlarne soprattutto quando questa patologia viene sottovalutata e non rilevata in tempo costringendo ad una vita costellata da dolori cronici e difficoltà durante l’intimità di coppia. In due casi il suo aspetto altamente invalidante dà diritto all’esenzione.
Endometriosi: cos’è, sintomi e cura
L’endometriosi è una malattia cronica che in genere si manifesta tra i 25 e i 35 anni di età e tende a regredire e scomparire con l’entrata in menopausa. Il suo nome sta ad indicare la presenza di endometrio (tessuto che riveste la cavità uterina) in sedi anatomiche differenti:
- Endometriosi esterna (vagina, vie urinarie, ovaie, intestino).
- Endometriosi interna (in diverse zone dell’utero).
- Endometriosi extra-pelvica (zona al di fuori della pelvi).
Nonostante non se ne conoscano ancora le cause, le donne a soffrirne si trovano a dover convivere con una serie di sintomi invalidanti (solo nel 25% dei casi è asintomatica):
- Dolori durante i rapporti sessuali (all’inizio o durante l’attività sessuale).
- Dolore intenso durante il ciclo mestruale (dismenorrea).
- Dolore addominale durante la defecazione o l’emissione di urina.
- Dolore pelvico cronico.
- Perdite di sangue durante un flusso e l’altro.
- Difficoltà a rimanere incinta.
L’endometriosi, molte volte, può essere non valutata immediatamente in quanto confusa con altri tipi di patologie come la sindrome dell’intestino irritabile comportando un maggiore senso di frustrazione per le donne che non riescono più a gestire il malessere diffuso.
La diagnosi di endometriosi deve essere fatta da un ginecologo che valuterà il quadro clinico tramite il risultato di una serie di esami diagnostici:
- Ecografia transvaginale.
- La risonanza magnetica della pelvi.
- La laparoscopia.
La cura è personalizzata in base alla gravità dei sintomi e alla storia della paziente, l’approccio può essere di tipo farmacologico (antidolorifici, ormoni) o chirurgico (laparoscopia e isterectomia nei casi più gravi), oppure possono essere indicate delle sedute di agopuntura.
Non si escludono i rimedi fitoterapici (l’agnocasto, l’angelica cinese).
Il diritto all’esenzione, quando?
In Italia è stato approvato il diritto all’esenzione in quanto l’endometriosi è riconosciuta dal 2017 come patologia cronica e invalidante e nessuna spesa sanitaria correlata dovrà essere più sostenuta dalle donne affette se non il solo pagamento del ticket.
Secondo l’American Society for Reproductive Medicine (ASRM),
l’endometriosi viene classificata in quattro stadi e a ciascuno di questi viene associato un punteggio. Precisamente:
- Stadio I (minima): pochi impianti superficiali che si localizzano sulla superficie delle pareti addomino-pelviche e delle ovaia.
- Stadio II (lieve): più impianti con aderenze pelviche.
- Stadio III (moderata): molti impianti profondi di endometriosi, piccoli endometriomi su una o entrambe le ovaie e associati ad aderenze.
- Stadio IV (grave): molti impianti profondi, endometriomi voluminosi su una o entrambe le ovaie ed aderenze che possono coinvolgere il retto che aderisce alla parete posteriore dell’utero oppure la vescica che viene coinvolta da impianti di endometriosi nella sua parete posteriore.
Come richiederla?
L’esenzione 063 è rivolta alle donne con diagnosi istologica di endometriosi dallo stadio III (moderata) a IV (grave). Sarà il medico specialista a certificare la presenza dello stadio dell’endometriosi necessario ad ottenere l’esenzione. Successivamente la paziente dovrà recarsi presso l’ASL di competenza per formalizzare la richiesta ed ottenere il codice di esenzione 063.