Dorme meglio chi ha fede o chi non crede? I risultati di uno studio
Che tu sia un credente o meno, la tua mente e il tuo corpo hanno bisogno di un adeguato riposo notturno per recuperare tutte le energie spese durante la giornata. Mantenere un ritmo sonno-veglia costante ne giova alla salute psico-fisica e previene dai disturbi del sonno correlati. Una curiosa ricerca però ha ribaltato quanto fin’ora si era creduto: i non credenti hanno più probabilità di dormire meglio.
I non credenti? Riposano meglio
Un 8% che fa la differenza e che capovolge le aspettative: il 73% (su 1501 partecipanti) degli atei e degli agnostici, intervistati dalla studentessa Kyla Fergason della Baylor University, ha dichiarato di riuscire a dormire per il numero di ore raccomandato dall’American Academy of Sleep Medicine che varia dalle 7 alle 9 ore a notte.
Al contrario di quanto gli stessi ricercatori pensassero ovvero che “La letteratura sulla psicologia della religione indica che l’impegno religioso è benefico per la salute fisica e mentale”, solo il 65% dei credenti rispondenti al sondaggio nazionale delle Università sulle credenze, i valori e i comportamenti religiosi americani, ha ottenuto lo stesso risultato degli atei rispetto alla qualità del sonno notturno.
Dei religiosi, il 55% era rappresentato dai Battisti.
“Sappiamo che la perdita di sonno mina molte capacità umane che sono considerate valori fondamentali dalla chiesa: essere membro di una comunità, esprimere amore e compassione piuttosto che rabbia o giudizio e mostrare integrità nel ragionamento e nel comportamento morale”, spiega Kyla Fergason.
Delle possibili spiegazioni
Gli studiosi pensano che gli atei aggressivi possono affermare di dormire meglio perché la loro coscienza è meno turbata.
Sono i credenti che rivendicano la superiorità della religione a rispondere: i non credenti non sono motivati e impostano la sveglia più tardi.
Ulteriori ricerche dovrebbero considerare anche altri potenziali fattori di confusione quali l’età e il tipo di impiego. Un esempio? Un professionista sanitario che svolge il turno anche di notte non potrà avere un ritmo-sonno veglia stabile e percepire lo stesso benessere atteso.
Tuttavia, come poter riposare adesso? Il sonno ristoratore non potrà far parte delle notti dei filosofi della religione e dei “ricercatori del sonno” che avranno tante domande da porsi e a cui rispondere ancora.
Si rende necessario estendere lo studio al di fuori degli Stati Uniti per verificare i risultati e possibilmente compararli: che i religiosi possano avere la loro rivincita e poter affermare che la Parola di Dio può portare pace, serenità e conforto nel buio della notte?
A questa domanda non possiamo rispondere piuttosto restiamo in attesa di altre ricerche: il riposo notturno di certo placherà ogni animo restituendo ristoro.
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